le aziende coreane temono le ricadute di una possibile rielezione di Trump sugli investimenti in energia verde #finsubito prestito immediato

La prospettiva di un secondo mandato dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca impensierisce le grandi aziende della Corea del Sud, che temono ricadute sugli investimenti e gli incentivi Usa nel campo della transizione energetica. Lo riferisce il quotidiano “Nikkei”, secondo cui proprio queste preoccupazioni hanno spinto il ministero del Commercio dell’Industria e dell’Energia coreano a organizzare una riunione interna la scorsa settimana per discutere le problematiche derivanti dalle prossime elezioni negli Stati Uniti, dopo aver consultato aziende, associazioni di settore e istituti di ricerca. “Il governo dovrebbe esaminare proattivamente l’impatto di ogni scenario e sviluppare una strategia per affrontare le preoccupazioni del settore economico”, ha affermato il ministro del Commercio Cheong In-kyo durante l’incontro. Le preoccupazioni a Seoul si concentrano sull’opposizione di Trump all’Inflation Reduction Act (Ira) del 2022, una legge firmata dal presidente Joe Biden che prevede centinaia di miliardi di dollari in crediti d’imposta, sovvenzioni e garanzie sui prestiti per progetti di energia pulita.

Le aziende sudcoreane hanno annunciato importanti investimenti negli Usa proprio sulla base degli incentivi previsti dall’Ira. Guidati dai gruppi dell’energia pulita e del settore automobilistico, le aziende del Paese asiatico hanno investito 76,6 miliardi di dollari negli Stati Uniti l’anno scorso, pari al 14,2 per cento del totale degli investimenti diretti esteri negli Usa, secondo l’Ufficio i analisti economica degli Stati Uniti. Lg Energy Solution, il principale produttore di batterie della Corea del Sud, ha ricevuto 636,7 miliardi di won (circa 461 milioni di dollari) in crediti d’imposta nell’ambito dell’Ira nella prima metà di quest’anno per investimenti negli Stati Uniti. Il produttore di batterie SK On ha dichiarato di aver ricevuto 150,4 miliardi di won in crediti d’imposta nello stesso periodo grazie alla medesima legge. Samsung Sdi, un altro produttore sudcoreano di batterie, ha affermato di aver ottenuto dal governo federale Usa 54,6 miliardi di won in crediti d’imposta nei primi sei mesi di quest’anno.

Già da alcuni mesi, però, tra le aziende che si avvalgono delle ingenti sovvenzioni approvate dall’amministrazione Biden cresce l’apprensione: Hyundai Motor, ad esempio, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo al futuro dell’Ira a luglio, quando un dirigente ha dichiarato durante una teleconferenza: “In preparazione alla riduzione del sostegno dell’Ira, stiamo considerando piani per aumentare significativamente i volumi di vendita di auto ibride, basandoci sulla forza di Hyundai nella produzione flessibile”. Un dirigente di un produttore di batterie sudcoreano citato dal quotidiano “Nikkei” ha dichiarato che gli incentivi dell’Ira sono fondamentali per l’attività della sua azienda, e hanno contribuito a compensare le perdite causate dal calo delle vendite di batterie. “La migliore opzione sarebbe che (Trump) ritirasse la sua posizione (di opposizione all’Ira), poiché molti degli Stati che beneficiano dei nostri investimenti lo sostengono, così come il Partito repubblicano,” ha detto il dirigente, che ha chiesto di rimanere anonimo a causa della sensibilità dell’argomento.

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