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Economia di guerra e spese militari: addio all’Europa di pace? #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Incontro con

Giorgio Beretta (Analista dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere – OPAL e della Rete italiana Pace e Disarmo)
che dialogherà con
Franco Uda (Presidente ARCI Nord Sardegna)

mercoledì 23 ottobre, ore 18:00
presso il Centro Culturale ARCI Tom Benetollo, piazza Castello 11 a Sassari

La guerra in Ucraina, le tensioni internazionali e le pressioni in ambito Nato stanno portando diversi governi europei ad aumentare le proprie spese militari.
Il rapporto sul “Futuro della competitività europea” presentato di recente da Mario Draghi al Parlamento Europeo delinea una serie di misure mirate a garantire la sicurezza economica e politico-militare dell’Europa con maggiori investimenti nella difesa, rafforzando la competitività delle aziende militari accedendo a fondi comuni europei.

Anche l’Italia, non da oggi, ha intrapreso questa strada con stanziamenti sempre più ingenti nel settore militare e l’acquisto di nuovi e sempre più sofisticati armamenti.

“Dobbiamo essere pronti a difenderci e passare ad una modalità di economia di guerra. È giunto il momento di assumerci la responsabilità della nostra sicurezza”, ha dichiarato alcuni mesi fa Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, una delle massime autorità dell’Unione Europea, che ha concluso il suo intervento affermando: “Se vogliamo la pace dobbiamo prepararci alla guerra”.

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L’incapacità dell’Europa di essere attore credibile nelle crisi e nei conflitti di questi anni, dall’Iraq alla Siria, dalla Libia all’Ucraina, da Israele a Gaza fino al Libano e in tutto il Medioriente mette in luce, invece, una questione ormai ineludibile: l’UE non ha bisogno di un’economia di guerra, ma di cominciare, finalmente, a sviluppare una politica e una diplomazia di pace.

Giorgio Beretta è analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di “armi leggere” e dei rapporti tra finanza e armamenti. Svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia e per la Rete Italiana Pace e Disarmo. Ha pubblicato diversi studi, oltre che per l’Osservatorio OPAL, anche per l’Osservatorio sul commercio delle armi di Ires Toscana (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali della Cgil di Firenze), per l’Annuario geopolitico della pace di Venezia e numerosi contributi per riviste e quotidiani nazionali. Il suo ultimo libro è “Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata” (Ed. Altreconomia 2022)



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