La manovra passa sulla graticola delle audizioni parlamentari, dove non mancano le critiche ad alcune misure e dubbi sugli obiettivi economici. Come quelli espressi dalla Banca d’Italia, che avverte come appaia difficile centrare una crescita del Pil dell’1 per cento quest’anno e dell’1,2 nel prossimo come stimato dal governo, nonostante l’impulso che arriverebbe dal calo dei tassi d’interesse e dal recupero del potere d’acquisto delle famiglie.
Servono medici e mancano i soldi per le assunzioni
Gli esperti di Via Nazionale puntano un faro anche sulla Sanità, sottolineando come nei prossimi dieci anni servirà un terzo dei medici in più a causa di decine di migliaia di pensionamenti (anche di infermieri, tecnici e amministrativi). Mancano indicazioni sull’assunzione di personale, dice la Corte dei Conti e gli fa eco l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ricorda come nel 2026 la spesa per la salute tornerebbe al 6,5 per cento del Pil, cioè al livello precedente alla pandemia di Covid.
Più italiani rinunciano a curarsi
Tutto questo mentre aumentano gli italiani che rinunciano alle cure, visto che l’Istat fa sapere che nel 2023 il 7,6% degli italiani ci ha rinunciato per le lunghe liste d’attesa o a causa dei costi alti. L’Istituto di Statistica passa al setaccio anche il taglio del cuneo fiscale. Saranno 2,4 milioni in più i lavoratori che nel 2025 beneficeranno del rafforzamento della misura simbolo dell’Esecutivo.
Bonus e sconti, rischio disparità
Ma sul nuovo sistema di sconti e bonus sia la Banca d’Italia che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio non nascondono rilievi per un sistema che rischierebbe di aumentare le disparità e che risulta molto complesso. Infine, giudizio positivo dell’Inps sulle pensioni, che recupereranno per intero l’inflazione e sulle quali la manovra non cambia le carte in tavola, confermando i meccanismi di anticipo esistenti.
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