Crediti deteriorati e NPL: la nuova legge sulla cessione del credito e la possibilità di chiudere il debito con un saldo e stralcio al 20%.
Ricordate la proposta di legge che avrebbe permesso ai debitori di banche e finanziarie di estinguere le proprie pendenze pagando solo una percentuale del dovuto in caso di cessione del credito a società terze? Se ne è parlato molto, ma poi sembra essere scomparsa dai radar. Pertanto, non sono in molti a chiedersi che fine ha fatto la nuova legge sui crediti deteriorati.
Questo articolo fa chiarezza sulla situazione attuale, analizzando il contenuto della proposta, il suo iter legislativo e le possibili implicazioni per debitori e istituti di credito.
Cosa prevedeva la proposta di legge sui crediti deteriorati?
La proposta, presentata al Senato due anni fa da Adolfo Urso (oggi Ministro delle Imprese e del Made in Italy) e riproposta alla Camera da Fratelli d’Italia, introduceva un meccanismo di “saldo e stralcio” per i crediti deteriorati (i cosiddetti NPL: non performing loans) ceduti dalle banche a società terze. In pratica, il debitore avrebbe potuto estinguere il debito pagando una somma pari al prezzo di acquisto del credito da parte della società cessionaria, maggiorato del 20%.
Qual è la situazione attuale della proposta?
La proposta di legge, inizialmente inserita in un decreto “omnibus” in preparazione dal Consiglio dei Ministri, non è stata ancora approvata. Al momento, quindi, non esiste una legge che preveda l’estinzione del debito al 20% per i crediti deteriorati ceduti a terzi.
Perché la proposta è stata “bloccata”?
Le ragioni del mancato avanzamento dell’iter legislativo non sono state ufficialmente comunicate. È probabile che la proposta abbia incontrato resistenze da parte del sistema bancario e delle società di recupero crediti, che vedrebbero ridotti i propri margini di guadagno.
Quali sono le alternative per chi ha un credito deteriorato?
Nonostante l’assenza di una normativa specifica, esistono diverse opzioni per chi si trova in difficoltà con un credito deteriorato:
- negoziazione con la banca o la società cessionaria: si può tentare di raggiungere un accordo bonario per la riduzione del debito o la rateizzazione del pagamento. A tal fine il saldo e stralcio rimane una possibilità, soprattutto con le società cessionarie, che spesso sono disposte a transare per recuperare almeno parte del credito, evitando così le spese legali. Tutto però è rimesso al libero accordo tra le parti: il cliente cioè non ha ancora alcun diritto;
- piano del consumatore: per i debiti non derivanti da attività imprenditoriale, è consentito accedere al piano del consumatore, una procedura di ristrutturazione del debito che prevede un pagamento percentuale dei creditori tramite i beni o i redditi del dipendente. È necessario un programma di liquidazione presentato al tribunale attraverso un OCC, un Organismo di Composizione della Crisi. Nel caso di debiti derivanti da attività lavorativa, è obbligatorio il consenso dei creditori che rappresentino il 60% del totale indebitamente;
- procedure concorsuali: in casi estremi, si può ricorrere a procedure concorsuali come il fallimento o il concordato preventivo.
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