L’arresto della polizia stradale, al confine con Lallio: sequestrati quasi 300 grammi di droga. E a San Paolo d’Argon, i carabinieri bloccano un 22enne con altri 80 grammi
Non si aspettava il carcere, Albano Malkja. «C’è gente che uccide e va ai domiciliari», si sfoga nei corridoi del tribunale con l’agente della polizia stradale che lo scorta e il suo avvocato Anna Marinelli, che infine abbraccia. Albanese di 34 anni con casa a Longuelo e un lavoro regolare, è stato arrestato venerdì (primo novembre 2024), alle 12.30, per quasi 300 grammi di cocaina che nascondeva in auto insieme a 16.430 euro in contanti. Avendo un precedente di polizia specifico, in convalida per direttissima, la giudice Beatrice Purita ha optato per la misura cautelare più severa, come chiesto dalla Procura.
Malkja è stato avvicinato dagli uomini della Stradale in via Gorizia, tra Lallio e Bergamo. Si era fermato in un parcheggio su una Golf. Quando lo hanno visto armeggiare nella zona centrale dell’abitacolo, gli agenti hanno deciso di identificarlo, scoprendo, nel vano dell’autoradio, 4 sassi di cocaina dal peso di 289 grammi e 15 mila euro. Il restante denaro era in un borsello posato sul sedile del passeggero. Nel suo appartamento in città, dove vive con la moglie e un figlio di un anno, sono stati trovati altri mille euro, due bilancini di precisione e una macchina per il sottovuoto. Dunque, le manette, l’arresto convalidato e il carcere, al termine di un’udienza in cui l’albanese ha preferito per il momento non dare spiegazioni.
Prima di lui, la giudice ha mandato ai domiciliari un 22enne nato in Italia da una famiglia marocchina, H.E., di Ghisalba. I carabinieri della tenenza di Seriate lo hanno pizzicato con 80 grammi sempre di cocaina l’altroieri, alle 18.30, a San Paolo d’Argon. Sette dosi erano infilate in un pacchetto di sigarette che ha lanciato dalla sua Fiat Punto appena notata la pattuglia. Altre 100 erano in una Mercedes di cui aveva le chiavi, parcheggiata non lontano. Il giovane, operaio in una ditta di Romano di Lombardia e con un precedente di polizia, ha provato a giustificarsi dicendo che la Mercedes non era sua. Anche nel suo caso la Procura aveva chiesto il carcere.
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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