«Cerco un centro di gravità permanente» cantava Franco Battiato. Era il 1981. Oggi, se il cantautore fosse vivo e venisse a farsi un giro tra i vicoli di Bari vecchia, odor di fritto, pane e focaccia, il centro di gravità lo troverebbe qui. Tra il brulichio della gente a ogni ora. Tra i rumori delle valigie trascinate dai turisti sulle basole. Tra la movida che «se non viene controllata rischia di diventare selvaggia», come racconta don Franco Lanzolla, parroco da 18 anni della cattedrale di Santa Sabino.
Don Franco, che movida è oggi quella del centro storico?
«È in una fase di passaggio stagionale. Penso che sia opportuno, almeno per la prossima primavera che le istituzioni, non solo quelle comunali, pensino a un progetto gestionale di accoglienza, ma anche di accompagnamento. È necessario aumentare i servizi e incrementare la sicurezza della circolazione».
Cioè crede che la viabilità debba essere migliorata?
«La movida è anche questo. In certe strade si passa appena o si passa in modo rocambolesco. Qualche giorno fa c’è stata un’emergenza e un’autoambulanza stava per rimanere incagliata. Bisogna regolarizzare i flussi e gestire meglio gli spazi. Serve una visione d’insieme».
Luci e ombre del boom turistico degli ultimi anni.
«Esistono diversi tipi di movida. Di giorno c’è il viavai di turisti; la sera le famiglie con i bambini; c’è un proliferare di street food e si va a finire anche a mangiare sui sagrati delle chiese. Poi dalle 23 ci sono soprattutto i giovani. È positivo che i ragazzi dell’hinterland e dell’area metropolitana vengano qui a trascorrere le loro serate. Non è soltanto una questione di sicurezza ma di legalità, che deve essere condivisa da tutti».
L’ordinanza del sindaco Vito Leccese contro la movida selvaggia all’Umbertino è un esempio da replicare?
«Un uomo da solo non può fare molto. E non serve nemmeno aumentare le “guardie”. Dovremmo tutti essere corresponsabili per tutelare questo bene comune. Quindi è un lavoro culturale. Viviamo in una società in cui ci sono i diritti ma anche i doveri: la corresponsabilità è uno di questi».
La devianza è ancora un tema presente tra i più giovani. Qualche giorno fa è stata individuata una banda di minorenni che colpiva i turisti con uova e perfino bottiglie con dentro pipì.
«Le devianze sono non soltanto dei ragazzi di Bari vecchia. Questo ormai è consolidato da ormai almeno 7-8 anni. C’è bisogno di un percorso d’insieme e servono le sanzioni, ma io sono un educatore, non un poliziotto».
Teme possa indebolirsi l’attrattività turistica?
«Dopo l’esperienza positiva degli ultimi anni, direi esplosiva, Bari ha ritrovato le proprie origini, il proprio centro. È la città della devozione verso San Nicola e verso la figura mariana dell’Odigitria. Ma è anche la città dei prodotti artigianali, delle orecchiette. Senza dimenticare la cultura: abbiamo i musei. Il centro storico è una Medina araba: é affascinante».
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