L’episodio in una scuola media di Castelguglielmo, protesta dei genitori per chiedere più sicurezza. La provocazione della dirigente: «Caso isolato e imprevedibile, ora più controlli. Ma non siamo un ghetto»
A 11 anni si presenta in classe con un coltello e lo mostra ai suoi compagni. Forse per spaventare qualcuno con cui aveva avuto qualche screzio. È successo, pochi giorni fa, alla scuola media Pio Mazzucchi di Castelguglielmo, in provincia di Rovigo. Il gesto, compiuto da uno studente del primo anno, ha suscitato non poco spavento tra i genitori dell’intero istituto, preoccupati per l’accaduto. L’11enne infatti, assieme a quaderni, libri e merenda, aveva nascosto nello zaino anche un coltello e, una volta in classe, l’ha esibito come nulla fosse. Ad accorgersene sarebbe stato proprio un insegnante che avrebbe immediatamente provveduto a disarmare il ragazzino, allertando la preside e la famiglia.
Il «muro» dei genitori davanti all’ingresso della scuola
Sotto choc i compagni di classe che, una volta tornati a casa hanno subito raccontato l’episodio ai genitori. Quest’ultimi, venerdì mattina, si sono riuniti davanti alla scuola per chiedere maggiore sicurezza e controlli all’interno del plesso. Formato una sorta di muro simbolico davanti ai cancelli per impedire ai ragazzi di entrare in aula, hanno chiesto di incontrare la dirigente Annalisa Barion che li ha immediatamente ricevuti assieme agli insegnanti. «Siamo sconvolti per quanto accaduto e stiamo cercando di gestire la faccenda con la massima delicatezza», spiega la preside. «Abbiamo attivato tutti i canali, dai carabinieri ai servizi sociali, necessari per fare luce su quanto accaduto e per capire le motivazioni che hanno portato a questo gesto. Non era possibile prevedere che un ragazzino si presentasse a scuola con un coltello nello zaino, fortunatamente l’insegnante se n’è accorto e la situazione è stata dunque immediatamente presa in carico allertando anche le forze dell’ordine».
«Gli istituti saranno costretti a mettere dei metal detector»
Adesso, per la scuola è cruciale fare in modo che un fatto del genere non si ripeta. «Visto quanto accaduto anche in altre scuole – aggiunge la preside in modo provocatorio – viene da chiedersi se gli istituti saranno costretti a mettere dei metal detector agli accessi per scongiurare tali spiacevoli episodi». Poi la dirigente si rivolge ai genitori: «Il problema va affrontato con la collaborazione soprattutto delle famiglie – sottolinea – non è infatti educativo da parte degli adulti lanciare messaggi negativi anche attraverso i social: anche questo contribuisce a dare cattivi esempi di gestione della rabbia ai bambini e ai ragazzi».
I precedenti
La scuola spiega anche che quello del coltello in classe è un episodio isolato: «Il nostro istituto non è un ghetto. C’è massimo controllo e fiducia nel rapporto scuola-famiglia, non ci sono mai state lamentele a riguardo. Non è nemmeno una questione di integrazione ma frutto probabilmente di uno stato di incoscienza nei confronti del grave gesto compito. I ragazzini a volte non si rendono conto dei limiti e confondono il virtuale con il reale, la scuola sta monitorando tutte le situazioni ed ha già individuato la strada per intervenire». Nel Rodigino, invece, non è la prima volta che un ragazzino si presenta a scuola armato. Il 18 novembre 2023, sempre alle medie ma a Crespino, due ragazzine era venute alle mani e il giorno dopo una di loro era arrivata in classe con un coltello nascosto all’interno dello zaino. A Castelmassa, il 23 gennaio scorso, un 13enne era stato sorpreso a scuola con un coltello. In entrambi i casi, sotto la segnalazione dei dirigenti, sono intervenuti i carabinieri e i servizi sociali.
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