La novità è la convocazione al ministero alle Imprese e al Made in Italy il prossimo 23 ottobre alle ore 15 alla presenza del ministro Adolfo Urso.
Incontro programmato per affrontare anche in sede ministeriale la difficile vertenza lavorativa che riguarda 102 lavoratori i quali stanno proseguendo l’occupazione della sede dello stabilimento Hiab di Statte dove sono riuniti in assemblea permanente dallo scorso 15 ottobre. Un’iniziativa assunta di concerto con le organizzazioni sindacali all’indomani della fumata nera uscita dall’incontro in Regione tra azienda, sindacati e task force regionale per l’occupazione.
L’azienda sembra non voler sentire ragioni ed è determinata a delocalizzare la produzione di gru, nella quale i lavoratori dello stabilimento di Statte sono altamente specializzati, in Emilia Romagna, a Minerbio in provincia di Bologna dove ha sede la casa madre.
Nell’ultimo incontro a Bari, dell’8 ottobre scorso, fu avanzata al management dell’azienda la proposta relativa all’attivazione di un pacchetto integrato di agevolazioni che, a fronte di un cospicuo finanziamento regionale mirato al rilancio e ad una eventuale riconversione produttiva, avrebbe garantito la continuità lavorativa del sito ed il conseguente mantenimento del bacino occupazionale altrimenti messo in discussione da una dichiarazione di esubero strutturale e conseguente dismissione dello stesso sito produttivo di Statte.
Proposta respinta al mittente tanto da far inasprire le azioni di lotta di lavoratori e sindacati. «Ci dispiace dover prendere atto di questa situazione», commenta Antonio Grottoli delegato territoriale Uilm, soprattutto perché «stiamo parlando di maestranze altamente qualificate, di eccellenze territoriali chiamate da altre aziende a tenere corsi di formazione per insegnare come si costruisce una gru. E stiamo parlando di macchinari anche di grandissime dimensioni».
Intanto 102 lavoratori, e le rispettive famiglie, restano con il fiato sospeso. E non tranquillizza l’ipotesi che, delocalizzando, l’azienda intende trasferire nella sede di Minerbio anche 25 lavoratori dello stabilimento di Statte. «Un’eventualità che non ci trova d’accordo – spiega Giovanni Ruta, anche lui rappresentante Uilm -. L’età media dei lavoratori è alta per cui non è facile spostare interi nuclei familiari da una parte all’altra dell’Italia con tutti i disagi che una soluzione del genere comporta». Ma il vero punto è che non si può disperdere un patrimonio lavorativo di eccellenza. «Quello che ci ha lasciato perplessi è che l’azienda ha rifiutato un pacchetto di incentivi di tutto rispetto pur avendo dichiarato di essere in crisi».
A invitare tutti a tenere alta l’attenzione sulla vertenza Hiab è Raffaele Gentile del coordinamento cittadino di Forza Italia di Massafra, città che vede impiegati nell’azienda un alto numero di suoi cittadini, il quale si unisce all’appello dell’on. Vito De Palma «che nelle ultime ore ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Industria affinché venga convocato, con la massima urgenza, un tavolo con i vertici aziendali, i sindacati e le Istituzioni. Nei prossimi giorni – conclude Gentile – andremo insieme all’on. De Palma, in veste istituzionale, allo stabilimento per far sentire con forza la loro voce al tavolo ministeriale e per interloquire con le principali realtà produttive dell’area per fare fronte comune».
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