La quarta procedura competitiva per gli incentivi PNRR al biometano ha assegnato un contingente incentivabile di oltre 62 mila metri cubi orari. Complessivamente, fin qui è stata incentivata nuova capacità produttiva per un miliardo 166 milioni di metri cubi l’anno. La metà del target da raggiungere al giugno 2026
Il ciclo di incentivi per la produzione di biometano finanziato dal PNRR con 1,7 miliardi di euro non riesce a fare da leva per gli investimenti nel settore del riciclo dei rifiuti organici. Né per la costruzione di nuovi impianti né tanto meno per il revamping di impianti a biogas esistenti. Anche i numeri della quarta graduatoria, pubblicata ieri dal GSE, confermano la scarsa attrattività dello strumento per il settore del riciclo della forsu, che al termine dell’ultima procedura competitiva fa contare appena 5 richieste ammesse all’erogazione degli incentivi (tutte per impianti di nuova realizzazione), mentre sul fronte del biometano agricolo le richieste accolte sono 134 di cui 55 nuove costruzioni e 79 adeguamenti di impianti esistenti. Complessivamente, comunica il GSE, sono stati accolti progetti per una capacità produttiva totale pari a 62.332,20 standard metri cubi orari (Smc/h). I 100.167,1 standard metri cubi orari non assegnati saranno ribaltati sulla prossima gara, che dovrebbe metterne a disposizione 123.917,1. Poco meno della metà del coefficiente disponibile per l’intero ciclo di incentivi, complessivamente pari a 257 mila standard metri cubi.
Anche la quarta graduatoria, così come era già successo per la terza, è risultata più popolata delle prime due, che non avevano potuto godere del meccanismo di adeguamento all’inflazione introdotto solo alla fine dello scorso anno con la conversione in legge del decreto asset. Tant’è che in occasione della terza gara ben 77 soggetti ammessi nell’ambito delle prime due avevano fatto rinuncia per ripresentarsi nella nuova, e più conveniente, procedura. A poco e niente invece è servita l’estensione del ciclo di incentivi anche al revamping di impianti forsu (escluso nelle prime tre procedure), con una sola richiesta presentata e peraltro non ammessa in posizione utile. Numeri che confermano la scarsa attrattività della misura incentivante per il settore del recupero dei rifiuti organici, penalizzato oltre che da una tariffa incentivante più bassa rispetto a quella per gli impianti a scarti agricoli anche dalle tempistiche serrate per la realizzazione degli interventi, che non possono partire prima della pubblicazione delle graduatorie e che dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026. Tempi troppo stretti per la realizzazione di impianti di trattamento della forsu, interventi generalmente più complessi degli impianti a biogas e biometano agricolo.
Complessivamente, sono poco più di 300 gli interventi fin qui ammessi al ciclo di incentivi, per un contingente incentivabile di 133.082,9 standard metri cubi orari, pari a un miliardo 166 milioni di metri cubi l’anno. La metà quasi esatta del target che il PNRR prevede di raggiungere nel 2026, ovvero i 2,3 miliardi di metri cubi di nuova capacità produttiva. Target che, a questo punto, difficilmente potrà essere raggiunto, visto che per centrarlo bisognerebbe raccogliere con la sola ultima tranche di gara un numero di proposte progettuali pari alla somma di tutte quelle incentivate nelle prime quattro. L’apertura della quinta procedura competitiva, informa il GSE, è prevista per il 18 novembre 2024, mentre la pubblicazione della graduatoria è in calendario per il 17 aprile 2025. Quando mancherà poco più di un anno alla deadline PNRR per l’entrata in esercizio degli impianti.
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