Il Papa aprirà la Porta Santa di San Pietro il 24 dicembre prossimo, sarà l’avvio ufficiale dell’Anno Santo. Mancano dunque poco più di due mesi per il Giubileo che vedrà Roma sotto gli occhi del mondo. Siamo pronti? A guardare le condizioni in cui versa la Capitale assolutamente no. «L’ottimismo è il profumo della vita», diceva il poeta Tonino Guerra in un noto spot televisivo. Ma di motivi per poter coltivare anche solo la speranza dell’ottimismo purtroppo non se ne vedono.
Roma sta affondando tra cantieri aperti e riaperti, interi quartieri bloccati, cassonetti straripanti di rifiuti, accampamenti che spuntano come funghi su marciapiedi, parchi, sottopassi, e poi strade interdette, stazioni metro chiuse, linee autobus deviate. Nuovi problemi che si sommano a problemi vecchi mai risolti, e degrado che chiama degrado in nome di una malintesa accoglienza degli ultimi che fa dire al Pd romano che non «dobbiamo cedere all’ordine e alla pulizia».
La fotografia più esaustiva la restituisce la stazione Termini: il rifacimento dell’antistante piazza dei Cinquecento costringe i viaggiatori a fare lo slalom in stretti corridoi divenuti orinatoi, mentre bande di ladruncoli, nonostante i presidi delle forze dell’ordine, non si fanno problemi in pieno giorno a derubare lo sventurato di turno in fila per la biglietteria automatica. Chi voglia invece avventurarsi a prendere un taxi deve mettere nel conto attese anche di ore. Di notte, poi, è zona off limits. E non è solo Termini. Il sindaco Roberto Gualtieri, insediatosi a ottobre 2021, nell’illustrare la Città in 15 minuti, uno dei progetti per migliorare Roma anche in vista del Giubileo, aveva precisato che si tratta di “una visione di città che funziona, pulita, verde, inclusiva accessibile a tutti. Un’idea nuova di organizzazione degli spazi urbani e di prossimità, dove i servizi siano vicino alle persone”. Per l’Anno Santo sono attesi circa 30 milioni di arrivi, tra turisti e pellegrini. Auguri.
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