Da struttura residenziale a “lager”. Ecco quanto certificato dai Nas presso l’Istituto Europeo della terza età, a Salerno. Dieci le misure cautelari notificate dai carabinieri, che hanno messo agli arresti domiciliari anche Sante Sica, il “dominus” del centro
Arresti e misure cautelari per operatori socio-sanitari
I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Salerno, coadiuvati dal Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli e dal Comando Provinciale Carabinieri di Salerno, hanno eseguito un’importante operazione che ha portato all’arresto di un uomo e all’applicazione di dieci misure cautelari in relazione alla mala gestio di una struttura per anziani. Questo intervento è stato attuato su ordinanza del gip del Tribunale di Salerno, a seguito di un’indagine condotta dalla Procura salernitana.
Dettagli delle misure adottate
Tra le misure adottate, un uomo è stato posto ai domiciliari, mentre un’imprenditrice ha ricevuto il divieto di esercitare attività imprenditoriali. Un altro soggetto è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alle autorità, mentre sette operatori socio-sanitari sono stati interdetti dall’esercizio della loro professione per un anno. L’operatore Sante Sica, sebbene privo di cariche formali, è emerso come la figura di riferimento all’interno della struttura, ed è stato collocato ai domiciliari.
Accuse gravi di maltrattamenti
Le accuse rivolte agli indagati includono sequestro di persona e maltrattamenti, aggravati dalla vulnerabilità delle vittime, alcune delle quali affette da disabilità. Le indagini hanno rivelato che i maltrattamenti si sono verificati all’interno dell’Istituto Europeo della Terza Età, dove alcuni anziani venivano legati a sedie a rotelle o letti con stracci e indumenti sporchi. In alcuni casi, le condizioni igieniche erano inaccettabili, con letti intrisi di urina e pannoloni non cambiati.
Carenze strutturali e organizzative
L’inchiesta ha messo in luce gravi deficienze all’interno della struttura, evidenziando una gestione mirata alla massimizzazione dei profitti. Sono state riscontrate carenze nell’organico, sia in termini numerici che di qualificazione professionale, nonché problematiche strutturali significative, come il riscaldamento non funzionante e l’assenza di acqua calda. Queste condizioni hanno costretto molti anziani, alcuni in fin di vita, a essere ospitati senza le necessarie cure e attenzioni.
Una denuncia silenziosa
Secondo quanto dichiarato dal procuratore Giuseppe Borrelli, molti degli anziani coinvolti non erano in grado di chiedere aiuto o denunciare quanto stava accadendo, a causa delle loro condizioni psichiche, familiari e sociali. Questa situazione ha reso possibile la perpetrazione di abusi sistematici all’interno di una struttura che avrebbe dovuto garantire dignità e assistenza.
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