Il giovane, originario di Sant’Antimo, da settembre ha ottenuto una cattedra da insegnante tecnico-pratico: «Quando sono entrato la prima volta in classe, gli alunni (tra i 15 e i 17 anni) sono rimasti di stucco»
«Quando sono entrato la prima volta in classe, gli alunni sono rimasti di stucco: “Ma è legale?”, mi hanno chiesto in tanti». Simone Scarano, 19 anni, originario di Sant’Antimo, in provincia di Napoli, è forse l’insegnante di ruolo più giovane d’Italia. Ha superato il concorso straordinario Pnrr come insegnante tecnico-pratico, e a fine settembre ha ottenuto una cattedra a Crema, in Lombardia. «I miei alunni – spiega al Corriere – hanno un’età che varia dai 15 ai 17 anni. In classe cerco sempre di mantenere il dovuto distacco che serve nel rapporto tra insegnante e allievo. Se capita che un ragazzo o una ragazza mi saluta quando ci si incontra per strada, ricambio ma dandogli del “Voi”. Poi, una volta che sono diplomati ci si può prendere anche un caffè assieme, mai però durante il percorso di formazione». A Crema Simone dice di trovarsi bene. «Questa cittadina mi ricorda geograficamente Aversa, in provincia di Caserta; mi sono ambientato velocemente. Devo ringraziare anche gli insegnanti più grandi che ho conosciuto nell’istituto dove insegno, che si sono messi subito a disposizione anche nell’aiutarmi a trovare un alloggio. Tanti sono napoletani e del Sud, tanto che all’interno del corpo docente esiste una sorta di “dipartimento campano».
Intanto, dopo che la sua storia è stata raccontata sul portale «Orizzonte Scuola», gli aspiranti docenti che si stanno preparando al II concorso Pnrr per la scuola, hanno accolto la notizia a suon di critiche. «Che vergogna, c’è gente che insegna da anni, ha speso soldi per Cfu, attestati, Master, ed arriva questo ragazzino e vince il concorso Pnrr – ha commentato più di qualcuno sui social -, che ci fai in classe ma vai a casa e lascia il posto ai precari». Accuse a cui il 19enne replica così: «Ognuno può dire quello che vuole, ma sinceramente non ci posso fare nulla se ho vinto un concorso, ho semplicemente colto l’occasione che mi si è presentata, ed è andata bene. Sono certo che per tanti precari, attraverso lo studio e l’impegno, arriverà anche per loro l’occasione giusta». Già due anni fa fece scalpore la notizia di un ragazzo di 19 anni del Teramano, che passò dai banchi di scuola alla cattedra in meno di tre mesi. In quel caso si trattava di una supplenza. Per Simone invece si tratta di una cattedra di ruolo. Farà un anno di prova prima di essere assunto a tempo indeterminato. «Prima del concorso nella scuola – prosegue il 19enne – ne ho fatto uno nei Carabinieri. Ma quando mi è stato comunicato di aver superato l’esame per l’insegnamento, non ho avuto dubbi, e ho scelto questa carriera, non fosse altro perché insegnare è l’attività che più mi rispecchia». Simone, che già prima di vincere questo concorso al Nord immaginava di lasciare la sua terra d’origine per realizzarsi professionalmente, non nasconde che un giorno gli piacerebbe tornare a Napoli. «Non subito – dice -, ma l’obiettivo è quello, perchè vivere a Napoli è sempre bello. Crema mi piace – aggiunge -, l’unica cosa che finora mi ha un po’ destabilizzato è il freddo, che a volte è davvero pungente».
Il giovane insegnante è un appassionato di hip hop, e studia Scienze motorie all’Università Parthenope di Napoli. «Vorrei laurearmi – spiega – perché in futuro potrebbero richiedere un titolo di laurea per insegnare, ma anche per ottenere un passaggio di ruolo magari come insegnante di educazione fisica. Per seguire questo corso di laurea ho diritto a 150 ore di permesso studio, che mi permetteranno di scendere a Napoli e fare gli esami». Tra le criticità incontrate durante questo primo mese di insegnamento Scarano afferma: «La mia prima settimana non è stata facile, mi sono trovato da solo in classe senza l’insegnante di teoria. Per fortuna me la sono cavata. Ora si è cercato di correre ai ripari attraverso una supplenza: è arrivato un altro ragazzo, più o meno della mia età. In Lombardia – conclude – ci sono tantissime cattedre ancora da assegnare, per colpa dei concorsi che specie quest’anno stanno andando molto a rilento».
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