“Abbiamo scritto leggi di bilancio ispirate al buonsenso e al pragmatismo, concentrando tutte le risorse a disposizione per sostenere le imprese che assumono e creano posti di lavoro e rafforzare il potere di acquisto delle famiglie. Ciò che non abbiamo fatto e che non intendiamo fare neanche in futuro è fare ciò che abbiamo visto in passato, quando si è preferito adottare provvedimenti più utili a raccogliere consenso nell’immediato che a gettare le basi per una crescita duratura. Misure che oggi gravano come un macigno sui conti pubblici e che ci impediscono di adottare determinate scelte e di finanziarle come avremmo voluto”. Lo dice la premier Giorgia Meloni in un messaggio all’assemblea congiunta di Confindustria Brescia e Bergamo.
“La nuova manovra- aggiunge Meloni- si inserisce nel solco di quelle precedenti, e prevede misure e interventi concreti per sostenere l’occupazione e chi fa impresa. Rendiamo strutturale il taglio del cuneo fiscale e ne ampliamo i benefici a circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 e 40 mila euro annui. Confermiamo la super deduzione del 120 per cento del costo del lavoro per le nuovi assunzioni e proroghiamo gli incentivi previsti dal decreto coesione per l’assunzione di giovani e donne. Rifinanziamo uno strumento importante come la nuova Sabatini portando il fondo a un totale di 607 milioni nel 2025 e incrementando le risorse fino al 2029. Stanziamo 1,6 miliardi per il credito d’imposta in favore delle imprese che realizzano investimenti nella Zes unica del Mezzogiorno nel 2025”.
Inoltre, dice ancora, “confermiamo la detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit riconosciuti da imprese e dai datori di lavoro ai lavoratori nel limite di 1.000 euro complessivo che sale a 2.000 per i lavoratori con figli. Introduciamo, inoltre, una misura molto importante per i neoassunti che hanno trasferito la loro residenza oltre i cento km e hanno un reddito non superiore ai 35 mila euro. Per questi lavoratori, i canoni di locazione e le spese di manutenzione dei fabbricati concessi in uso ai dipendenti assunti a tempo indeterminato, nei primi due anni dall’assunzione, non costituiscono reddito ai fini fiscali, entro il limite complessivo dei 5 mila euro annui”. Si tratta, sottolinea la premier, di “provvedimenti che disegnano una visione molto chiara e che puntano a consolidare quel cammino di crescita che l’Italia ha iniziato a percorrere in questi anni. Abbiamo tanto lavoro da fare ancora e intendiamo farlo insieme a voi e a tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questa Nazione”.
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