L’opera usata da Deiana come «assegno» da mettere a garanzia del ripianamento di un debito tra narcotrafficanti
Un’opera d’arte o una specie di assegno ambulante? Tutte e due. Almeno per Andrea Deiana, il trafficante di droga che martedì la Corte d’Appello di Milano (pur riconoscendogli le attenuanti generiche) ha condannato a 12 anni di carcere, confiscandogli pure – su richiesta del sostituto procuratore generale Paola Pirotta – una litografia di Banksy, autografata e tratta dal celebre murales dipinto dallo street-artist a Gerusalemme sul muro tra israeliani e palestinesi, «The flower thrower» («Il lanciatore di fiori»): e a lungo adoperata da Deiana come se appunto fosse un assegno da mettere magari a garanzia del ripianamento di un debito tra narcos.
L’allora latitante Deiana, che in Olanda operava con la Art3035Gallery, era stato localizzato nei mesi scorsi in Messico dalla Squadra Mobile di Milano al lavoro con le pm Silvia Bonardi e Cecilia Vassena, che già l’11 maggio 2022 avevano arrestato 24 persone poi condannate in primo grado a 150 anni (16 anni e 8 mesi per Deiana).
Nelle chat scambiate su telefonini criptati, «bucate» da inquirenti stranieri, Deiana vantava «Banksy vale un milione mezzo… ho fatto un grande affare per pulire i soldi, si puliscono soldi senza pagare spese anzi guadagnando…». L’opera sarebbe stata comprata per 500 mila euro, assicurata in una galleria in Olanda per 2 milioni, rivenduta una volta in Italia per 200 mila più un potenziale sfruttamento in certificati Nft digitali, e un’altra volta per 250 mila euro in Svizzera: finché nel settembre 2023 Deiana in un memoriale afferma di aver affidato il Banksy, poco prima degli arresti, al responsabile della galleria d’arte milanese Dynamic Art Museum.
Il quale conferma di averlo prima comprato (dalla fotomodella cubana fidanzata di Deiana) per 200 mila euro, più futuro conguaglio di investimenti mai davvero decollati in Ntf-certificati non fungibili, e poi piazzato per 250.000 euro a due ignari collezionisti svizzeri dopo aver saputo dei guai con la giustizia di Deiana. Ora la litografia di Banksy verrà custodita nel caveau del Comando carabinieri Tutela Patrimonio Culturale a Monza: poi, se la sentenza passerà in giudicato, lo Stato deciderà a quale museo affidarla.
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