Il governo non riesce a spendere i soldi del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e progetta di spostare altrove tra i 3 e i 6 miliardi dai settori dove è più difficile spenderli entro giugno 2026. Oltre alle ferrovie ci sono gli studentati dove sono stati già fatti grandi pasticci e si è pensato di fare un regalo ai privati con tanti saluti agli studenti che già non trovano casa a causa dei B&B. In questo caso, entro un anno e mezzo, dovrebbero essere spesi 1,2 miliardi di euro. Pena, il ritiro del gruzzolo. Dunque il governo starebbe pensando di spostarli altrove per dire di avere raggiunto l’obiettivo concordato con la Commissione Europea.
Ieri la ministra dell’università Anna Maria Bernini, già alle prese con i tagli al suo dicastero, ha lanciato l’allarme: «Io difenderò questi 1,2 miliardi fino alla fine- ha detto- ho un target di 60 mila posti letto entro il 2026». «È evidente – ha aggiunto – che il Pnrr come negoziato mi ha posto delle condizioni complicatissime. Il 75% di posti letto singoli in un paese come l’Italia dove ci sono solo immobili vincolati è piuttosto complicato».
Per accelerare i lavori Bernini sta pensando di permettere ai gestori privati di affittare le stanze quando gli studenti torneranno a casa per le vacanze. Non è escluso che questi studentati alla fine saranno usati per aumentare la turistificazione delle città. E gli studenti continueranno a non trovare casa se non a prezzi da strozzinaggio.
Bernini ha inoltre chiesto a Raffaele Fitto, il ministro ancora per poco delegato alla rogna del Pnrr, di chiedere alla commissione europea di rinviare il termine di giugno 2026 entro il quale il governo dovrà spendere la montagna di denaro. Sul piatto Bernini ha messo anche un altro favore ai privati: l’eliminazione del vincolo del 70% dei posti letto in stanza singola che pare non essere stato considerato «conveniente» dagli operatori.
Peccato che lo stesso Fitto, che sta studiando l’inglese per passare l’esame da vice di Ursula Von Der Leyen a Bruxelles, ha escluso qualsiasi proroga al Pnrr. La stessa che è stata chiesta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti da mesi. Senza risultati. Gli studentati dunque rischiano di essere le prime vittime di un problema più grande: il Pnrr non rispetterà molte delle esagerate aspettative che lo hanno accompagnato.
«Il piano sta affondando come il Titanic. Sono tutti tentativi maldestri di correggere il tiro in corsa che sono però una presa in giro – dicono gli studenti dell’Udu – Purtroppo si rischia di perdere centinaia di milioni di euro, la Ministra Bernini pecca di ottimismo. Deve spiegare perché ha deciso di puntare tutto sui privati, nonostante il parere contrario di esperti e studenti. Questa era l’opportunità per investire sugli studentati pubblici e sul diritto allo studio, ma il governo la sta buttando via». Contro la speculazione sui soldi del Pnrr ai privati gli studenti hanno protestato con il «movimento delle tende».r
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