Oristano Tanta marijuana nel capoluogo, eroina a San Nicolò d’Arcidano, cocaina ancora una volta a Cabras come già era accaduto nelle scorse settimane. Se il primo è un caso di cannabis sativa lavorata illegalmente, gli altri due sono lo specchio della situazione che conferma che il consumo di droghe pesanti è elevato rendendo particolarmente delicata la situazione delle tossicodipendenze. Tutti gli interventi sono stati condotti dalla polizia di Stato, sebbene non siano collegati tra di loro. Fanno parte però dell’intensificazione delle attività di contrasto alla diffusione degli stupefacenti, predisposte dal questore Aldo Fusco, che hanno visto protagonista la Squadra mobile coordinata dal dirigente Samuele Cabizzosu e affiancata dalla polizia penitenziaria di Nuoro con le unità cinofile. In tutto le denunce sono state sei, a cominciare dalle tre che riguardano i proprietari di una coltivazione di cannabis sativa a lungo controllata dai poliziotti che più volte avevano effettuato appostamenti e attività di osservazione.
A finire nei guai sono una persona di Oristano, una di Zeddiani e una di Borore che avrebbero agito in società. I chili di marijuana sequestrati all’interno di un capannone nella zona di Fenosu sono quasi sessanta, già tutti essiccati, lavorati e separati dalle parti inservibili. Erano insomma belli pronti per la vendita, ma la legge dice che il prodotto coltivato può essere lavorato e trattato solo dalle aziende autorizzati e in questo caso di fogli che davano il permesso non c’era l’ombra. Il controllo tecnico ha confermato poi che la cannabis aveva un principio attivo inferiore al minimo consentito, ma c’era per l’appunto il problema delle autorizzazioni mancanti. In più, ferme perché devono essere a loro volta esaminate per valutare la presenza di principio attivo, ci sono altre 20mila piante. Per ora non si sa che fine faranno.
Il mercato dello spaccio di droghe pesanti ha invece subito un colpo indicativo a San Nicolò d’Arcidano, dove sono stati sequestrati separatamente a due persone diverse dieci grammi di eroina e undici dosi già pronte per lo spaccio. La quantità non è di per sé rilevante, ma il problema è che l’operazione della Squadra mobile non fa che confermare quanto già si intuiva ovvero che la pericolosissima eroina trova mercato florido in diverse piazze della provincia. Infine c’è la terza denuncia che riguarda una signora, titolare di un’attività commerciale a Cabras. Anche in questo caso lo stupefacente sequestrato non è tantissimo, visto che si tratta di dieci grammi di cocaina, ma è l’ennesimo episodio che deve far scattare l’allarme sulla diffusione di questo tipo di droga.
La cittadina lagunare era stata al centro di altre operazioni delle forze dell’ordine nelle ultime settimane. C’erano stati due arresti, altrettanti processi per direttissima e vari controlli avevano portato a individuare luoghi di spaccio e possibili movimenti tra acquirenti e venditori, i quali in diversi casi sono a loro volta consumatori abituali di cocaina. Il fatto che nel giro di pochi mesi le forze dell’ordine siano andate a colpo sicuro apre scenari facilmente immaginabili. La ramificazione e i contatti all’interno del mondo dello spaccio paiono essere molteplici e ben solidi e non è escluso che i due arresti delle scorse settimane e l’ultima denuncia siano solo la punta dell’iceberg che potrebbe essere ben presto rovesciato portando in superficie chi muove i fili. Gli inquirenti, come sempre in queste occasioni, andranno alla ricerca di eventuali legami più estesi e solidi che potrebbero anche riservare delle sorprese nei prossimi mesi.
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