Si stima che sarà poco meno di un milione, circa 997mila euro, il taglio alle risorse per gli investimenti 2025/29 del Comune di Rimini a seguito delle misure previste dalla legge Finanziaria che si avvia alla discussione alla Camera. A fare “i conti” è l’assessore al Bilancio Juri Magrini.
“Secondo quanto spiegato un paio di giorni fa sulle colonne del Sole 24 ore, oltre al cosiddetto «contributo alla finanza pubblica» richiesto ai Comuni (obbligo di accantonamento di risorse pari a 130 milioni nel 2025, 260 milioni annui nel 2026-28 e 440 milioni nel 2029) e oltre ai 200 milioni all’anno imposti sempre ai Comuni dalla legge di bilancio 2023 con quella celebre operazione legati agli importi ricevuti dal Pnrr (tagli in misura proporzionata alle risorse del Pnrr assegnate), la manovra prevede un taglio su base pluriennale ad una serie di fondi destinati a singoli filoni specifici di investimento, pari a 3,469 milioni di euro fra 2025 e 2029. Definanziamento di voci quali progettazione di opere pubbliche (600 milioni), rigenerazione urbana (altri 600 milioni), “medie” e “piccole” opere (400 e 140 milioni, dati Sole 24 ore)”.
“Come detto, per il nostro comune, alla luce delle proiezioni che è possibile fare ora, si tratterebbe di una riduzione calcolata attorno al milione di euro. Tirando le somme: poteva andare peggio. Si tratta di una decurtazione quindi relativamente contenuta, non per magnanimità dei governanti nei nostri confronti, ma soprattutto per la capacità di programmazione e per le scelte politiche dell’Amministrazione locale compiute recentemente che ci hanno permesso di mettere in salvaguardia investimenti strategici. Tradotto: l’esserci mossi a livello politico e pragmatico per ottenere la transizione delle risorse riconducibili al fondo “medio opere” al fondo Pnrr , ha infatti consentito di non intaccare le risorse necessarie a proseguire nei programmi di rigenerazione urbana e infrastrutturazione sostenibile della città. Resta il fatto che, seppur dai risvolti nel caso specifico non drammatici, siamo al cospetto dell’ennesima manovra che va a pescare nelle casse dei Comuni, l’ultima di una serie di operazioni più o meno impattanti che mettono alla prova gli enti locali, già costretti a fare i conti con una spesa corrente che risente dell’aumento di costi per energia, welfare locale, contratti e a cui si continua a fare fronte per non venir meno agli impegni presi con i cittadini“.
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