Il Senato ha approvato un pacchetto di agevolazioni destinato alle aree montane: fondi, sgravi e incentivi per cercare di trattenere i residenti e, perché no, attrarre nuove famiglie, lavoratori e imprenditori under 41. “Un primo risultato concreto e importante”, lo definisce il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, pur di fronte a un Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane che, per le opposizioni, è “un sacco vuoto spacciato per svolta storica”.
Per mettere ordine nella definizione di “Comune montano,” arriva un decreto del presidente del Consiglio: una lista da aggiornare annualmente sulla base di altitudine e pendenza. Chi rientrerà nella categoria potrà godere delle agevolazioni, ma il resto del Paese rimane per ora al di fuori della mappa delle attenzioni del governo. Il pacchetto di misure avrà un sostegno economico di oltre un miliardo di euro fino al 2034, con una dotazione annuale variabile.
Vediamo tutte le novità e anche le problematiche pratiche.
Incentivi per professionisti e giovani in montagna: un rilancio per il lavoro?
Con 77 voti a favore, 5 contrari e 45 astenuti, il Senato ha dato il via libera al disegno di legge dedicato alle zone montane, un pacchetto di incentivi per rendere più attrattive le scuole in alta quota, dove il reclutamento di docenti è ormai un problema cronico. Il provvedimento, che passa ora alla Camera, punta a contrastare lo spopolamento di queste aree offrendo condizioni agevolate per chi sceglie di insegnare in territori spesso dimenticati.
Tra le promesse, sgravi fiscali per chi decide di avviare imprese in montagna, a patto che non abbia superato i 41 anni. Anche medici, infermieri e insegnanti che accettano incarichi nelle aree più isolate avranno doppi punti per i concorsi, punteggi extra e contributi per l’affitto o l’acquisto della casa.
Per i medici del Sistema sanitario nazionale, un emolumento variabile fino a un massimo di 20 milioni annui: un modo per tentare di compensare l’isolamento con qualche vantaggio in più.
Agli under 41 che avviano attività nei Comuni montani viene offerto un credito d’imposta che riduce l’aliquota al 15%, fino a un reddito di 100mila euro. Un’agevolazione che punta a dare una spinta alle nuove generazioni, stimolando l’imprenditoria locale nelle zone che stanno lottando per mantenere vive le loro economie.
Cosa cambia per le scuole di montagna
Secondo il disegno di legge, saranno considerate “scuole di montagna” quelle situate in Comuni che rispondono a determinati criteri e che saranno inclusi in un elenco apposito. Per i piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti e con minoranze linguistiche storiche, gli incentivi sono potenziati con crediti d’imposta ancora più generosi.
“Con queste misure – dichiarano i promotori – confidiamo di invertire la tendenza allo spopolamento e di assicurare pari opportunità formative per tutti gli studenti”.
Studenti e università nelle aree montane: lezioni a distanza e borse di studio
Il pacchetto prevede che università e istituti artistici nelle zone montane possano offrire didattica a distanza e stipulare accordi per alloggi e residenze dedicate. Gli studenti iscritti in questi territori potranno accedere a borse di studio, finanziate dal Fondo montagna, con l’intento di attrarre e mantenere i giovani nei luoghi che più di altri stanno vedendo la popolazione diminuire.
Tribunali a corto di personale? Arriva la mobilità volontaria
Il disegno di legge dà al ministero della Giustizia la possibilità di trasferire personale statale verso i tribunali situati in zone montane, una strategia che punta a combattere la carenza di organico, con procedure semplificate e senza necessità di permessi da parte dell’amministrazione di provenienza.
Digitalizzazione come priorità: connessioni e coperture per le aree isolate
Le infrastrutture digitali diventano parte della strategia di sviluppo per queste aree, e i contratti di programma per la rete nazionale di strade e ferrovie dovranno includere anche la copertura telefonica e digitale. La banda ultralarga viene definita come un punto di forza per superare il digital divide e integrare queste aree nel tessuto economico e sociale del resto del Paese.
Agricoltura e foreste: un credito d’imposta per gli investimenti ambientali
Per il settore agricolo e forestale arriva un credito d’imposta del 10% sugli investimenti che promuovono i servizi ecosistemici, come il mantenimento dei pascoli e la tutela dei boschi, con un budget annuale di 4 milioni di euro. L’obiettivo è incentivare chi lavora in montagna a mantenere vivo e produttivo il territorio naturale.
Casa e mutuo: crediti d’imposta per under 41
Per chi decide di acquistare o ristrutturare una casa nelle montagne italiane, sono previsti crediti d’imposta sugli interessi passivi del mutuo. L’agevolazione si limita a immobili residenziali, lasciando fuori abitazioni di lusso. Un altro tentativo di favorire un nuovo radicamento in queste aree a rischio spopolamento.
Nascere in montagna: bonus per i comuni con meno di 5.000 abitanti
Le famiglie che scelgono di far nascere e crescere i figli in piccoli Comuni montani potranno accedere a un bonus per ogni nuovo nato o bambino adottato. Con un tetto di 5 milioni di euro l’anno, il bonus vuole incentivare la natalità in zone spesso colpite da un calo demografico significativo.
Registro dei terreni abbandonati: verso il recupero produttivo
Sarà creato poi un Registro nazionale per mappare i terreni agricoli silenti e rilanciarne il recupero. Un monitoraggio che punta a rivitalizzare spazi abbandonati, restituendo valore produttivo a campi e foreste spesso dimenticati.
Il ddl funzionerà? Il mondo del lavoro è messo di traverso
Il disegno di legge approvato dal Senato mira a rivitalizzare le aree montane italiane attraverso incentivi per professionisti, giovani imprenditori e famiglie. Tuttavia, la realtà del mercato del lavoro italiano è ben diversa.
Nonostante l’espansione dello smart working durante la pandemia, troppe aziende italiane stanno tornando a modelli di lavoro tradizionali. Secondo una ricerca di Great Place to Work Italia, il 56% delle aziende eccellenti nel Paese ha adottato un “modello ibrido”, combinando lavoro in presenza e da remoto. Impossibile quindi trasferirsi in montagna se bisogna stare in presenza, nel migliore dei casi, due volte a settimana.
Sebbene esistano offerte di lavoro da remoto, queste sono una dorata minoranza nel mercato italiano. Piattaforme come Indeed e Glassdoor mostrano rispettivamente oltre 6.000 e 5.666 annunci per posizioni remote. Ma, molte di queste posizioni richiedono competenze specifiche nel settore tecnologico o digitale, escludendo una vasta gamma di professionisti.
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