Era accusato di aver messo una bomba carta davanti al portone d’ingresso di un’abitazione algherese nel 2020.
Lui, sassarese, 32enne, secondo le accuse, aveva infranto il vetro e sfondato i pannelli metallici del portoncino con quell’ordigno artigianale. A un testimone, che si trovava vicino al momento dell’esplosione, era parso di riconoscere l’imputato mentre fuggiva dal luogo dello scoppio.
Tracciandone un identikit che aveva portato all’individuazione del 32enne, alla denuncia e al procedimento che si è concluso, ieri in tribunale a Sassari, con l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Perché durante l’abbreviato condizionato alla produzione documentale e all’audizione di un teste, come chiesto dall’avvocato difensore Gianfranco Oppes, è emerso come le caratteristiche fisiognomiche riferite non coincidessero né per l’altezza né per la capigliatura. Così come per la targa dell’autovettura intravista dal testimone oltre al fatto che l’accusato, durante l’episodio contestato, si trovava nella città catalana per caso e che il giorno dopo doveva partire fuori dalla Sardegna per motivi di lavoro.
Alla fine il gup Sergio De Luca ha disposto, come detto, l’assoluzione per non aver commesso il fatto.
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