Trovarsi a scegliere tra fare la spesa, pagare il ticket per una visita o le bollette. Questa è la vita di molti pensionati. C’è chi non può andare dal dentista perché costa troppo e chi si ritrova a comprare frutta e verdura vicina alla scadenza perché i prezzi sono più bassi. «Dopo l’annuncio del governo di aumentare le pensioni di 3 euro sono venuti a ringraziarci in migliaia», ironizza con l’amaro in bocca Pier Mario Coltella, segretario dello Spi Cgil, che ieri è scesa in piazza per la manifestazione a Torino «Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha».
Le misure nella finanziaria
La nuova legge di bilancio stanzia tre euro in più al mese per le pensioni minime, che arrivano così a 617,9 euro. Ad Asti nel 2022 erano oltre 1.800 le pensioni sociali, cioè quelle destinate a persone in situazione di grave disagio. Secondo l’Istat sono oltre 10 mila le pensioni di anzianità tra i 500 e i 749 euro, oltre 8.400 sono di donne.
«Il costo della vita è aumentato tantissimo, le pensioni non sono state adeguate. Basti pensare al caro bollette. Non si può vivere con 600 euro al mese – commenta Coltella – bisogna farsi aiutare e chi non ha parenti che possano farlo o non ha negli anni messo da parte risparmi non ce la fa». Sono oltre un centinaio le persone che da Asti si sono dirette alla manifestazione dello Spi a Torino.
«La gente non arriva a fine mese – lancia l’allarme il segretario – diverse persone mi hanno raccontato che vanno a comprare le borse del supermercato di prodotti vicini alla scadenza e poi li congelano per poter spendere di meno». Una situazione drammatica che secondo il sindacato non sta vendendo affrontata dalla legge di bilancio. Coltella attacca: «È uno scandalo, speriamo si faccia marcia indietro. Anche per gli aspetti sanitari. La gente non riesce a curarsi, perché non ha i soldi per pagarsi il ticket e, dato che un intervento può arrivare a costare 4 mila euro, si rinuncia ad andare anche dal dentista». Secondo la Cgil le risorse per aumentare le pensioni ci sarebbero, andandole a recuperare dall’evasione fiscale, che pesa nel Paese per 84 miliardi di euro.
La Uil: “Ci prendono in giro”
Della stessa opinione Pierluigi Guerrini, sindacalista Uil: «Serve una seria lotta al lavoro nero, oltre che al precariato. Con questa finanziaria ci stanno prendendo in giro, quando si vuole fare cassa i pensionati sono sempre i primi a essere colpiti».
Secondo Guerrini bisognerebbe cambiare il focus nelle rivendicazioni pensionistiche: «La preoccupazione non deve essere solo quando si va in pensione, ma anche quanti contributi si versano».
Anche per chi ha smesso di lavorare poi rimane la questione di genere: tra gli ex lavoratori dipendenti nell’Astigiano nel 2022 le donne hanno preso in media 945 euro, gli uomini 1.878 euro, con una differenza che supera il 40 per cento. «Questo perché in genere la popolazione femminile svolge attività meno remunerative – spiega il sindacalista Uil – inoltre, a causa delle carenze dello stato sociale, le donne sono spesso costrette al part time per occuparsi di figli e famiglia e così da pensionate prendono ancora meno».
Manovra da rivedere anche secondo Fnp, la categoria pensionati della Cisl. «Bisogna rivalutare le pensioni in base al potere d’acquisto – commenta Giancarlo Martinetti, segretario Fnp Cisl Asti-Alessandria – c’è una fascia di popolazione che non riesce a mettere insieme pranzo e cena».
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