L’economia Italia si è fermata nel terzo trimestre. Un risultato ben al di sotto della media europea che si attesta allo 0,4 per cento. Ma anche della Germania e della Francia che crescono, rispettabilmente dello 0,2 e dello 0,4 per cento. Tra i Paesi che erano in crisi un decennio, la Spagna registra una variazione congiunturale dello 0,8 per cento e l’Irlanda del 2. Questi numeri si prestano ad alcune considerazioni.
Primo: riformare paga. L’economia spagnola e quella irlandese migliorano perché hanno cambiato radicalmente il loro contesto economico attraverso una serie di riforme, alcune dolorose. Il percorso di aggiustamento (Troika inclusa) effettuato negli anni 2011-2013 ha consentito di mettere in ordine i conti pubblici e, al contempo, di rafforzare il sistema produttivo. E, così, solo per fare un esempio, le risorse del programma Next generation Eu trovano un terreno fertile e diventano maggiormente produttive. L’Italia, invece, ha rimandato e continua a rimandare l’attuazione delle riforme, a cominciare da quella della concorrenza. Si è pensato per lungo tempo che per crescere bisognasse spendere. In particolare, attraverso i bonus per tutto e per tutti.
E qui arriviamo alla seconda considerazione: i bonus sono una droga. Servono a far salire il Pil nell’immediato. L’effetto sulla crescita, tuttavia, è destinato a svanire. Quello sui conti pubblici, al contrario, resta. Con conseguenze drammatiche. Il debito costa. I numeri sono drammatici e previsti in crescita nel Piano strutturale di bilancio (Psb): nell’arco di un quinquennio l’ammontare, in rapporto al Pil, dovrebbe salire dal 3,9 dell’anno in corso al 4,2 del 2029 che corrisponde a circa ottantacinque miliardi di euro. Si tratta di risorse pubbliche che vengono distribuite ai nostri creditori e sottratte ad usi alternativi come la sanità, la scuola, i trasporti.
Terza ed ultima considerazione: i pasti gratis non esistono. Il conto si paga sempre. Peraltro, nel caso italiano deve essere pagato proprio in una fase di rallentamento economico e di crescente incertezza legata alle tensioni geopolitiche in atto. Tocca, quindi, stringere la cinghia proprio quando bisognerebbe fare il contrario. Del resto, non ci sono alternative. Raccontare la favola dei bonus che si autofinanziano, ovvero che generano un impatto talmente elevato sulla crescita da ripagarsi da soli, non è più possibile. I dati sono sotto gli occhi di tutti. Soprattutto di quelli degli elettori che sembrano non dare più fiducia al Movimento 5 Stelle, il partito che ha voluto fortemente il più scellerato dei bonus, il 110 per cento. Difficilmente si chiuderà l’anno con una crescita dell’1 per cento come previsto dal governo.
Nonostante gli oltre centocinquanta miliardi di euro spesi per ristrutturare una percentuale minuscola di case appartenente ad italiani spesso benestanti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui