Gli ecobonus e le risorse finanziarie ad essi collegate stanno per terminare quest’anno. Per il prossimo la situazione non promette bene..
L’emergenza incentivi per l’acquisto di auto meno inquinanti sembra essere giunta ad un punto critico. Le risorse destinate agli ecobonus, un tempo abbondanti e incoraggianti per chi mirava all’acquisto di veicoli con emissioni di CO2 contenute, sono ormai prossime all’esaurimento.
Questa situazione lancia un segnale d’allarme che non può essere ignorato, sollevando interrogativi sulla sostenibilità futura di tali politiche e sul loro reale impatto ambientale.
La situazione attuale degli incentivi
Le risorse finanziarie dedicate agli incentivi per l’acquisto di auto con emissioni di CO2 tra i 61 e i 135 grammi per chilometro stanno finendo. Nonostante l’implementazione del requisito di rottamazione per poter accedere a questi contributi, molti si ritrovano ora senza la possibilità di beneficiarne. A confronto con l’anno precedente, quando i fondi erano stati esauriti ancor prima dell’estate, quest’anno ha visto un leggero miglioramento. Tuttavia, emergono chiare discrepanze nella gestione e distribuzione dei fondi, soprattutto se si considera la rapida esaurizione delle risorse per le auto elettriche rispetto alle plug-in, per le quali i fondi risultano ancora inutilizzati.
Gli scenari futuri
Nonostante siano previsti incentivi anche per il 2025, con modalità analoghe a quelle dell’anno in corso, vi è un alto rischio che queste risorse vengano drasticamente ridotte. Le discussioni in corso sulla legge finanziaria potrebbero portare a tagli significativi, con una proposta di riduzione del budget fino all’80% del fondo Automotive. Questo potenziale taglio, pari a circa 4,6 miliardi di euro, trasformerebbe l’accesso agli incentivi in una corsa contro il tempo, simile a una lotteria basata sulla rapidità di click sul sito dedicato.
E a lungo termine?
La situazione richiede una riflessione approfondita e possibili riconsiderazioni strategiche. L’obiettivo di tali incentivi è duplice: da un lato sostenere l’industria automobilistica nel passaggio verso la produzione di veicoli meno inquinanti, dall’altro stimolare i consumatori all’acquisto di tali veicoli. L’attuale incertezza finanziaria e la distribuzione diseguale delle risorse sollevano però dubbi sulla loro efficacia a lungo termine, nonché sulla capacità dell’Italia di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati a livello europeo e globale.
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