Stabilimento balneare Belvedere a Nettuno: revocato l’incarico all’ex presidente dei commercialisti pontini, Efrem Romagnoli
Il caso è quello dello storico stabilimento balneare Bagni Belvedere, un bene facente parte della galassia riconducibile al pluripregiudicato di Nettuno, Fernando Mancini. Quest’ultimo, nel 2020, si era visto rendere definitiva dalla Corte di Cassazione la confisca a suo carico. Diversi i beni requisiti dal 63enne di Nettuno, personaggio noto alle cronache giudiziarie, il quale aveva accumulato ben 90 unità immobiliari, gran parte delle quali, secondo la Guardia di Finanza, intestate fittiziamente a “prestanome” e familiari, acquistate investendo i proventi dei reati di associazione per delinquere, evasione fiscale, bancarotta fraudolenta, truffa, traffico di stupefacenti e riciclaggio.
Quattro anni fa, l’ingente patrimonio – costituito da una villa di 400 metri quadrati con piscina, 41 appartamenti, 35 magazzini, garage, capannoni industriali e terreni, oltre a conti correnti bancari, quote di capitale di alcune società, un’imbarcazione e il rinomato stabilimento balneare “Belvedere”, situato sul litorale nettunense – è passato, quindi, definitivamente nella disponibilità dello Stato.
Ad essere nominato come Procuratore speciale dello stabilimento, direttamente dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (la massima autorità italiana in materia), era stato per l’appunto Efrem Romagnoli, commercialista ed ex presidente dell’ordine. Romagnoli, come noto, è un nome distintivo dei commercialisti di Latina, dal momento che la famiglia ha costituito una vera e propria dinastia: il padre Carlo è stato presidente dell’Ordine, così come il figlio Efrem, a cui è succeduta la sorella Raffaela Romagnoli, eletta nel 2022. E non che il clima nell’ordine dei commercialisti pontini sia così mite, come dimostrano i veleni e gli esposti degli ultimi mesi.
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Tornando al patrimonio di Mancini, qualcosa deve essere andato storto. Negli scorsi giorni, infatti, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, Giuseppe Boccarato, ha emesso, su richiesta del pubblico ministero veliterno onorario Letterina Lo Bianco, un decreto penale di condanna nei confronti del 55enne Efrem Romagnoli e del coimputato Gennaro Rapuano, 39enne di Benevento, difesi entrambi dall’avvocato Anna Scifoni.
I due dovevano rispondere di un reato del codice della navigazione in quanto Rapuano, come amministratore unico della Bagni Belvedere srls, ha gestito e occupato arbitrariamente uno spazio pubblico di demanio marittimo per la superficie di 5.397 metri quadrati sul territorio di Nettuno. A finire nei guai anche Romagnoli poiché è stato lui ad affidare a Rapuano, titolare di una società campana, lo stabilimento sul lungomare di Nettuno, gestito in maniera irregolare.
Alla fine, il Gip di Velletri ha ritenuto congrua la richiesta del pubblico ministero e condannando i due imputati alla pena di 2.250 euro di ammenda per un reato – il 1161 del codice della navigazione – che prevede al massimo 2 mesi di arresto. Allo stato, secondo il pm, non si rendono necessarie ulteriori indagini essendo provata con sufficiente certezza la penale responsabilità degli imputati a cui è stata concessa la sospensione condizionale della pena.
Quel che più conta, però, è ciò che è avvenuto contestualmente alla condanna di natura pecuniaria. Infatti, l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati ha revocato a Romagnoli l’incarico come curatore dello stabilimento balneare. Una scelta che è probabilmente scattata in automatico con i risvolti dell’inchiesta penale.
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