Pubblicato il
29 ottobre 2024
È un grido d’allarme quello che Confindustria Accessori Moda e SMI Sistema Moda Italia lanciano oggi al Governo attraverso una lettera aperta, relativo alla questione del Credito d’Imposta per le imprese del settore moda e accessorio relativamente al periodo 2015-2019 (articolo 3 del Dl 145/2013).
Una questione che “rimane irrisolta”, secondo le due organizzazioni, nonostante mesi di pressione da parte di entrambe al Governo, anche durante gli incontri del Tavolo della Moda.
“Inizialmente infatti i campionari stagionali destinati al mercato erano inclusi nelle attività di Ricerca e Sviluppo agevolabili. Tuttavia, nel 2022, un cambiamento interpretativo da parte dell’Agenzia delle Entrate (con la Risoluzione 41) ha escluso alcune spese dalla possibilità di beneficiare del credito d’imposta, rendendo non più ammissibili i costi per la ricerca estetica ma solo quelli collegati esclusivamente a criteri di innovazione rispetto allo ‘stato dell’arte’ acquisito dal settore”, spiega la lettera. “Inaspettatamente, questa interpretazione ha avuto valore retroattivo, obbligando le aziende tessili, moda e accessori a restituire i crediti d’imposta per i campionari ottenuti tra il 2015 e il 2019, sebbene fossero stati in precedenza autorizzati dal Ministero e implicitamente ammettendo, agendo così, di aver utilizzato crediti d’imposta non dovuti”.
A fronte di tutto ciò, “le associazioni di categoria hanno più volte chiesto che fosse emanata una definitiva applicazione autentica che ripristinasse quanto stabilito prima del 2022: purtroppo però questo suggerimento – così come quello di arrivare a un ”saldo e stralcio” che consentisse alle aziende di pagare quanto richiesto, sebbene indebitamente, senza rischiare default aziendali – non ha avuto seguito ed è stato introdotto solo un contributo in conto capitale per le aziende che aderiranno al riversamento spontaneo entro il 31 ottobre. Il contributo sarà garantito a valere su un fondo i 190 milioni di euro, di futura approvazione, ed è destinato non solo alle aziende moda, ma a tutte quelle di qualunque settore che ricorreranno alla procedura stessa, facendo supporre pertanto un aiuto minimo per ogni azienda”.
Entro il 31 ottobre 2024, dunque, tutti gli imprenditori coinvolti devono decidere se restituire spontaneamente i crediti ottenuti oppure considerare i loro progetti nei parametri agevolabili, affrontando per vie legali eventuali contenziosi. Una situazione che potenzialmente potrà creare non poche difficoltà alle aziende del settore.
“L’intero sistema della moda e dell’accessorio italiani è compatto nella richiesta di chiarezza e certezza giuridica: Confindustria Accessori Moda e SMI Sistema Moda Italia proseguiranno a supportare le aziende rappresentate affiancandole anche in questa complessa vicenda”, conclude la lettera.
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