In tre anni, dal 2020 al 2023, le nascite nella città di Messina sono calate dell’11%, con cinque punti percentuali di differenza rispetto alla media del calo nazionale, dove si registra nello stesso periodo un -6%.
Ua denatalità che al Sud fa rima con spopolamento, ma anche con precarietà lavorativa oltre che, come nel resto d’Italia, con crisi del rapporto di coppia. Preoccupa, per il crollo della natalità, l’età sempre più avanzata in cui si arriva a progettare il primo figlio, con la conseguente importante riduzione della fertilità. Allarmante e continuo, come dimostra l’ultimo Report Istat diffuso nei giorni scorsi, da Nord a Sud il calo delle nascite non si ferma, ma anzi aumenta costantemente. E se la pandemia negli anni scorsi può essere stato un fattore aggravante, non è stato certamente quello determinante. A dimostrarlo, sono i dati relativi all’anno 2023, che segnano un nuovo record negativo, anche messi a confronto con quelli del 2020, quando emergenza e lockdown hanno messo in stand by i progetti riproduttivi di molte coppie.
Le nascite in Italia nel 2023 sono state 379.890, con un calo del 3,4% rispetto all’anno precedente e del 6% rispetto al 2020; 1,14 è il numero medio di figli di donne italiane; 1,20 il numero medio di figli per donne residenti in Italia. 31,7 anni l’età media delle madri alla nascita del primo figlio, stabile rispetto all’anno precedente. In calo i primogeniti e anche le nascite da genitori di origine straniera, dato quest’ultimo che è stato determinante per portare il Paese indietro al minimo storico di 1,19 figli per donna osservato in Italia nel 1995. Un po’ più alta in questo caso la media in Sicilia, dove sono 1,32 in media i figli per donna.
A prescindere da piccole variazioni locali e temporali, il dato certo ed evidente è che, nonostante alcune misure messe in atto a favore della natalità, le culle da Nord a Sud sono sempre più vuote. Segno che bisogna fare di più. Soprattutto alla luce del fatto che per il 2024 si prevede un ulteriore peggioramento della situazione visto che nel primo semestre dell’anno in corso, in Italia, si sono già registrate 4600 nascite in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Abbiamo analizzato i numeri relativi alla città di Messina. Nei due ospedali con punto nascita della città dello Stretto i dati registrano in tre anni un calo in media anche superiore alla media nazionale, probabilmente a causa anche della precarietà lavorativa che al Sud si fa sentire più che al Nord, e per i frequenti trasferimenti dei giovani.
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