Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Affitto Immobili
Agevolazioni - Finanziamenti
Aste Abruzzo
Aste Basilicata
Aste Calabria
Aste Campania
Aste Emilia Romagna
Aste Friuli Venezia Giulia
Aste Italia
Aste Lazio
Aste Liguria
Aste Lombardia
Aste Marche
Aste Molise
Aste Piemonte
Aste Puglia
Aste Sardegna
Aste Sicilia
Aste Toscana
Aste Trentino Alto Adige
Aste Umbria
Aste Valle d'Aosta
Aste Veneto
Auto - Moto
bed & breakfast
Immobili
Migranti, i giudici di Bologna rinviano alla Corte Ue il decreto sui migranti: «Con questi criteri la Germania nazista sarebbe stata definita “Paese sicuro”» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


di
Elena Tebano

Con un atto depositato oggi, il tribunale di Bologna chiede alla Corte di giustizia Ue quali norme vadano rispettate e critica la definizione di «Paesi sicuri» (necessaria per attuare l’accordo con l’Albania)

Il Tribunale di Bologna ha chiesto alla Corte di giustizia dell’Unione europea di stabilire se deve essere disapplicato il decreto legge del 21 ottobre con cui il governo Meloni ha definito la lista dei Paesi che ritiene «sicuri» per rimpatriarvi i migranti espulsi dall’Italia

Secondo i giudici bolognesi infatti i criteri usati dal governo nella designazione di Paese «sicuro» contrastano con il diritto europeo




















































Il decreto serviva a rendere operativo l’accordo con l’Albania sulle procedure accelerate per il rimpatrio dei migranti irregolari, su cui si incentrano le politiche per l’immigrazione volute dalla premier Giorgia Meloni, risolvendo alcuni problemi giuridici posti dalla precedente lista dei Paesi sicuri fatta dal governo italiano.

Prestito personale

Delibera veloce

Cosa dice il decreto del governo Meloni

Il Consiglio dei ministri infatti ha approvato il decreto in tutta fretta dopo che il 18 ottobre il Tribunale di Roma non ha convalidato il fermo per i primi 12 migranti sbarcati in Albania, che quindi erano stati riportati in Italia. Definendo sicuri 19 Paesi, il decreto mira a rendere possibile il trasferimento in Albania dei migranti che provengono da quei Paesi (se le loro richieste di asilo vengono respinte) in attesa che siano completate le procedure accelerate di espulsione previste dall’accordo con Tirana.

Da dove nascono i dubbi del tribunale

Il modo in cui il governo ha scelto di definire sicuri i 19 Paesi in questione però contrasta con le normative europee attualmente in vigore (anche se lo rimarranno solo fino al 2026) e il Tribunale di Bologna si è rivolto ai giudici della Ue chiedendogli di esplicitare quali regole debbano prevalere: se quelle italiane o quelle europee

Secondo il diritto dell’Unione europea le norme nazionali sull’immigrazione devono sempre rispondere al diritto della Ue e quindi il conflitto con il decreto del governo Meloni (che era stato oggetto di una intensa interlocuzione tra gli uffici giuridici di Palazzo Chigi e quelli della presidenza della Repubblica) era inevitabile. Il rinvio del Tribunale di Bologna alla Corte di Giustizia Ue lo rende solo palese.

Il concetto di sicurezza «parziale»

Il rinvio riguarda il caso di un cittadino del Bangladesh, uno dei 19 Paesi sicuri secondo il decreto del governo Meloni. Il Tribunale di Roma il 18 ottobre aveva spiegato che il Bangladesh e altri Paesi non potevano essere ritenuti sicuri sulla base «dei principi, vincolanti per i giudici nazionali e per l’amministrazione, enunciati dalla recente pronuncia della Corte europea» del 4 ottobre. Sentenza che aveva bocciato la definizione di «Paesi d’origine sicuri» utilizzata dall’Italia perché basata su un concetto di sicurezza «parziale». Ovvero sull’idea che Paesi come Bangladesh, Egitto o Tunisia sono sicuri per la maggioranza della popolazione, mentre sono pericolosi solo per minoranze vulnerabili come gli oppositori politici o la comunità Lgbtqi+. Per la Corte Ue del Lussemburgo, però, non è ammissibile escludere categorie di persone da questa definizione: un Paese o è sicuro per tutti o non lo è per nessuno.

Al contrario il governo, come ha spiegato Gianluca Mercuri, sostiene che la sentenza della Corte di giustizia Ue non può essere considerata vincolante, perché sarebbe (secondo le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano) «estremamente complessa, difficilmente trasferibile a ciò che accade in via ordinaria nei flussi migratori» e perché il Parlamento europeo ha già approvato un nuovo Regolamento che entrerà in vigore nel 2026 e modifica il concetto di Paese sicuro introducendo il concetto di «sicurezza parziale». 

Poco importa al governo se — come ha scritto la nostra corrispondente da Bruxelles Francesca Basso — «finché il nuovo Patto non entra in vigore resta valida la direttiva del 2013» a cui si rifà la sentenza del 4 ottobre della Corte europea.

Il tribunale di Bologna fa riferimento a questo conflitto e nel chiedere alla Corte di giustizia Ue di pronunciarsi non solo condivide la valutazione del Tribunale di Roma ma sostiene che il decreto debba essere disapplicato perché non può esistere una sicurezza solo parziale.

Il paradosso: «La Germania nazista era un Paese sicuro?»

«Il sistema della protezione internazionale è, per sua natura, sistema giuridico di garanzia per le minoranze esposte a rischi provenienti da agenti persecutori» scrivono i giudici di Bologna. «Salvo casi eccezionali (lo sono stati, forse, i casi limite della Romania durante il regime di Ceausescu o della Cambogia di Pol Pot), la persecuzione è sempre esercitata da una maggioranza contro alcune minoranze, a volte molto ridotte. Si potrebbe dire, paradossalmente, che la Germania sotto il regime nazista era un paese estremamente sicuro per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca: fatti salvi gli ebrei, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone di etnia rom ed altri gruppi minoritari, oltre 60 milioni di tedeschi vantavano una condizione di sicurezza invidiabile. Lo stesso può dirsi dell’Italia sotto il regime fascista. Se si dovesse ritenere sicuro un Paese quando la sicurezza è garantita alla generalità della popolazione, la nozione giuridica di Paese di origine sicuro si potrebbe applicare a pressoché tutti i Paesi del mondo, e sarebbe, dunque, una nozione priva di qualsiasi consistenza giuridica» concludono i giudici.

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

I magistrati ricordano inoltre che già «il Conseil d’État francese ha ritenuto illegittime le designazioni del Senegal e del Ghana, perché vi è persecuzione delle persone lgbtqia+» e che anche «la Corte Suprema inglese ha dichiarato illegittima la designazione della Giamaica in ragione della persecuzione delle persone lgbtqia+».

Per questo chiedono alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di chiarire «se la presenza di forme persecutorie o di esposizione a danno grave concernenti un unico gruppo sociale di difficile identificazione — quali ad esempio le persone lgbtiqa+, le minoranze etniche o religiose, le donne esposte a violenza di genere o a tratta ecc… – escluda detta designazione» (come Paese sicuro) e se «il dovere per il giudice di disapplicare l’atto di designazione permanga anche nel caso in cui detta designazione venga operata con disposizioni di rango primario, quale la legge ordinaria».

La newsletter Diario Politico

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter “Diario Politico”. E’ dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.

29 ottobre 2024 ( modifica il 29 ottobre 2024 | 17:08)

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link 

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Conto e carta difficile da pignorare

Proteggi i tuoi risparmi

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui