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Chi saranno i “bisognosi” della nuova Pac #finsubito prestito immediato


Benvenuti su AgriNext, la voce dell’agricoltura dalla capitale europea. Vi portiamo ogni settimana nel cuore delle decisioni e delle riflessioni sul mondo agricolo, che partono da Bruxelles e arrivano sulle nostre tavole. La newsletter è a cura di Alessia Capasso, Food & Agri reporter per Today.it (per commenti, suggerimenti ed eventuali correzioni scrivete ad alessiacapasso@yahoo.it).

Le prime crepe nel Dialogo sul futuro dell’agricoltura

Il grande assente – In commissione Agri lo scorso 14 ottobre si è discusso del Dialogo sul futuro dell’agricoltura. Su un punto molti eurodeputati erano concordi: non è stato apprezzato il collegamento online (breve e privo di traduzione), anziché la presenza di persona a Bruxelles, del professor Strohshneider. Un segnale di scarso dialogo, proprio da parte del coordinatore del documento che dovrebbe definire la direzione della prossima Politica agricola comune.

I contendenti – La battaglia sarà sulla nuova distribuzione dei fondi. I produttori di fertilizzanti ad esempio chiedono soldi per sviluppare nutrienti “biologici”, investimenti per l’ammoniaca “verde” e la cattura e lo stoccaggio di CO2. Dall’altro lato della barricata l’ungherese Lili Balogh di Agroecology Europe ha fatto pressioni per maggiori finanziamenti destinati all’agroecologia, citando tra le buone pratiche il Milan urban food policy pact. Lanciato dal comune della città lombarda, è un accordo internazionale tra città di tutto il mondo, che desiderano sviluppare sistemi alimentari urbani più sostenibili, promuovendo lo scambio di buone pratiche.

Incentivi e freni – Il neopresidente della Copa, l’italiano Massimiliano Giansanti, non vuol sentir parlare di “sussidi”, ma solo di incentivi agli agricoltori. Tra le priorità ha indicato “la reciprocità delle norme per gli scambi con i Paesi terzi”. Di altro avviso Nelli Hajdu, la segretaria generale del Comitato di collegamento europeo per il commercio agricolo e agroalimentare, che si occupa di negoziare gli scambi coi Paesi extra-Ue. Hajdu ha detto a più riprese che le “clausole a specchio” raramente sono applicabili. “È chiaro che un’applicazione 1 a 1 del diritto dell’Ue non riflette le condizioni tra partner commerciali”, ha sottolineato l’esperta, citando ad esempio il regolamento sulla deforestazione, recentemente posticipato, e il discusso Mercosur. Applicare le norme sull’agroalimentare vigenti nell’Ue ai contadini dei Paesi terzi non solo non risulta possibile, ma commercialmente non è conveniente, ha messo in luce Hajdu. 

I bisognosi – Anche tra gli eurodeputati italiani, le fratture non mancano. “I fondi della Pac vanno indirizzati verso chi ne ha veramente bisogno, per promuovere e sostenere pratiche agricole sostenibili”, ha detto il socialista Enzo De Caro (Pd), intervenuto in qualità di presidente della commissione Ambiente. Sul punto gli ha risposto il popolare Herbert Dorfmann: “Come li definiamo i bisognosi? Concordo se andiamo a vedere chi è in zone svantaggiate, però se il bisognoso è chi ha pochi soldi, come ha detto oggi il professore (Strohshneider, ndr), io potrei anche dire: ‘chi gestisce male le aziende prende i soldi, e chi invece fa bene il suo business non li prende’. E questo non è possibile”.

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Gli esclusi – Nel dibattito, così come nella stesura del Dialogo, è mancata proprio la voce dei piccoli agricoltori, visto che l’associazione Via Campesina, che rappresenta le imprese familiari e la manodopera del comparto, è stata esclusa, come ricordato dall’eurodeputato e agricoltore austriaco Thomas Waitz. C’è poi il convitato di pietra di questa riunione e di quelle che seguiranno sulla Pac: l’Ucraina. Il Paese colosso dell’agrifood, una volta entrato nell’Unione europea, potrebbe sconquassare tutta la distribuzione dei fondi rurali.

Ipse dixit

“Non oso pensare cosa accade se entra l’Ucraina nell’Unione europea, verrebbe spazzata via l’agricoltura europea”. Massimiliano Giansanti, presidente della Copa e di Confagricoltura, 14 ottobre 2024.

Donne in agricoltura: mancano fondi specifici

Grandi assenti – Le aziende agricole guidate da donne sono 200mila solo in Italia, una su cinque in Europa, ma denunciano di essere “le grandi assenti” da fondi e misure specifiche. “Fuori dalla Pac, dal Pnrr e anche da incentivi specifici”, hanno denunciato il 15 ottobre nel corso di Donne in campo, evento organizzato dalla Cia in occasione della Giornata internazionale delle donne rurali. “Ad ora le donne si trovano escluse sia dai fondi nazionali finanziati dal Piano di ripresa e resilienza che da quelli settoriali. Anche il Fondo Impresa Donna ammette agli stanziamenti tutti i settori, compreso quello della trasformazione alimentare, ma tiene fuori la produzione agricola, creando uno svantaggio ulteriore”, ha sottolineato Pina Terenzi, presidente di Donne in campo. 

Le richieste – Al governo le imprenditrici agricole hanno chiesto una legge quadro per l’imprenditoria femminile in agricoltura, di rinnovare nella prossima manovra la misura Più Impresa di Ismea, non rifinanziata dall’ultima legge di Bilancio. Infine si preme per lo studio di misure di priorità per le aziende agricole femminili nei bandi e che se ne tenga conto nel Psp (Piano Strategico della Pac), dando indicazioni omogenee alle Regioni.  

Gli impegni dell’Ue, tra promesse e tradimenti

Biodiversità a rischio – Il 15 ottobre il Consiglio Ambiente ha approvato le conclusioni in vista della Conferenza delle Parti sulla Convenzione sulla diversità biologica (COP16) e le riunioni sul protocollo di Cartagena e sul protocollo di Nagoya, che si terranno a Cali, Colombia, dal 21 ottobre al primo novembre 2024. I ministri hanno ribadito gli impegni assunti nel 2022: proteggere un terzo del pianeta entro il 2030 e mettere la natura su un percorso di ripresa. I 27 si sono impegnati anche ad adottare alla COP16 un processo “solido, efficiente, trasparente e chiaro” per misurare meglio il progresso e il raggiungimento degli obiettivi.

Foreste tradite – A proposito di protezione della biodiversità, dopo che Bruxelles ha sospeso l’attuazione del regolamento sulle foreste, l’Ong Fern ha parlato di notizia “shock”. L’organizzazione ha ricordato come la legge sia stata approvata da una maggioranza schiacciante nel Parlamento europeo. Il Consiglio ha già approvato lo slittamento dell’attuazione, mentre all’Eurocamera spetterà esprimersi a novembre. Secondo Fern il ritardo “rappresenterebbe un duro colpo per quegli attori che in buona fede hanno silenziosamente messo in atto i sistemi e le strutture per garantire che le loro catene di approvvigionamento siano conformi entro la scadenza iniziale del dicembre 2024”. Tra questi ci sono le aziende responsabili del cioccolato; il Ghana che ha istituito un nuovo sistema nazionale di tracciabilità del cacao e la Costa d’Avorio, che ha creato carte d’identità per gli agricoltori che migliorano la tracciabilità.

Cosa bolle in pentola

Agrifish time – In Lussemburgo i ministri dell’Agricoltura cercheranno di approvare una serie di conclusioni per fornire orientamenti politici alla nuova Commissione in vista della futura Pac, partendo dai contenuti del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura. Tra i principali temi affrontati figurano lo stimolo alla competitività e il miglioramento della posizione degli agricoltori nella catena alimentare. Il progetto di conclusioni, preparato dalla presidenza ungherese, punta inoltre a disegnare un modello di erogazione dei fondi più favorevole alle aziende agricole, e a prevedere incentivi specifici per la transizione verde. 

Care malattie – Altro punto centrale della riunione sarà la ridefinizione del ruolo dei produttori agricoli nella catena alimentare dell’Ue. Pur generando 800 miliardi di euro di valore aggiunto, è una filiera in cui gli agricoltori sono spesso l’anello debole, dovendo costantemente affrontare malattie delle piante (come la Xylella) e degli animali (come la peste suina). Le azioni di emergenza delle autorità competenti per prevenire potenziali crisi veterinarie e fitosanitarie ammontano a oltre 900 milioni di euro solo nel periodo 2021-2022. In questo importo non sono incluse le perdite economiche degli operatori della filiera alimentare dovute a misure epidemiologiche, restrizioni di movimento e divieti di esportazione.

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Negoziati –  I ministri discuteranno anche di commercio agroalimentare. Al centro del dibattito ci saranno i negoziati in corso per gli accordi bilaterali di libero scambio, ma soprattutto i recenti sviluppi sul Mercosur. I sindacati agricoli, tra cui la Coldiretti, hanno spedito una lettera a Giorgia Meloni lamentando che nei Paesi latinoamericani coinvolti nell’accordo “vigono regole molto meno stringenti rispetto a quelle europee sull’uso di pesticidi e tecniche di produzione”. 

Macron VS Mercosur – A spaventare è soprattutto il ruolo del Brasile, gigantesco produttore di soia e carni bovine, dove sono autorizzati pesticidi messi al bando nell’Ue. L’Italia comunque sarebbe pronta a siglare l’accordo. L’unico Paese che ancora si oppone apertamente è la Francia, ma da quanto si apprende da fonti diplomatiche, la Commissione europea vuole accelerare in vista del G20 di Rio de Janeiro, anche a costo di ignorare Emmanuel Macron. Parigi avrebbe bisogno di costituire un blocco di minoranza con altri Stati Ue per bocciare il testo e questa riunione potrebbe dirci se ha o no i numeri per farlo. 

L’agenda agricola a Bruxelles e dintorni

21-22 Ottobre 2024 – La riunione del Consiglio Agrifish in Lussemburgo sarà presieduta da István Nagy, ministro ungherese dell’Agricoltura. Per l’Italia sarà presente il sottosegretario Luigi D’Eramo. 

23-25 Ottobre 2024 – Il Congresso europeo degli agricoltori si terrà quest’anno a Bucarest, in Romania. Tra i relatori ci sarà anche Wolfgang Burtscher, direttore generale della DG Agri.



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