Federmotorizzazione denuncia una pratica che gi� oggi punta ad aggirare le tasse e che con l’incrementarsi delle sanzioni potrebbe diventare sempre pi� frequente
�Per evitare i dazi dell’Unione Europea le auto cinesi passano in massa dalla Turchia�. La denuncia arriva da Federmotorizzazione, Federazione Nazionale Commercianti della Motorizzazione, e accende un faro su una pratica che potrebbe crescere quando arriveranno i nuovi dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina e vendute in Europa. Nel nostro continente le importazioni di auto elettriche dalla Repubblica popolare devono gi� pagare dazi del 10% e le nuove misure andranno ad aumentare questa tariffa in una misura variabile fra il 17,4 e il 38,1%.
Byd ha investito 1 miliardo di dollari
Nel 2023 in Turchia sono stati prodotti 1,4 milioni di veicoli, un numero destinato a crescere. C’� inoltre da segnalare l’aumento degli investimenti cinesi nel settore automobilistico turco: sono favoriti da condizioni particolarmente vantaggiose e l’ultimo � stato di Byd che costruir� in Turchia uno stabilimento da 150 mila vetture all’anno dal valore di 1 miliardo di dollari che dovrebbe entrare in funzione nel 2026.
Una via per aggirare le sanzioni
La federazione ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea: i costruttori sfruttano l’accordo di unione doganale tra Ankara e Bruxelles che consente alle merci di circolare liberamente senza l’applicazione di dazi doganali. In un contesto dove i dazi sulle importazioni dirette di auto dalla Cina sono stati rafforzati per contrastare pratiche commerciali non corrette, si legge in una nota diffusa dalla federazione, l’accordo con la Turchia rappresenta una via per aggirare le sanzioni, permettendo ai produttori cinesi di continuare a vendere in Europa senza ostacoli.
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