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“Collaborazione tra istituzioni essenziale per la comunità, serve mediazione” #finsubito prestito immediato


Arriva nel teatro Piccinni accolto da un lungo applauso, e dalle note dell’inno di Mameli eseguito dalle orchestre giovanili del progetto regionale ‘Note Positive’. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna a Bari per la cerimonia inaugurale del Festival delle Regioni e delle Province autonome, a meno di un anno di distanza dalla sua ultima visita.

Al centro della manifestazione, giunta alla sua terza edizione e organizzata Festival delle Regioni e delle Province autonome con la Regione Puglia, i temi dell’innovazione e della sostenibilità, con una particolare attenzione al futuro delle giovani generazioni e al dialogo intergenerazionale. Temi che il capo dello Stato affronta nel suo discorso di saluto, dopo essersi soffermato sull’importanza della collaborazione tra istituzioni: “La ricerca dei punti in comune, la condivisione delle scelte, sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità”, afferma Mattarella nel suo intervento. “Vi sono in particolare dei momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose, approfondendo solchi e contrapposizioni, ma occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi. Quest’attitudine è parte essenziale della vita democratica perché le istituzioni appartengono e rispondono all’intera collettività e tutti devono potersi riconoscere in esse”.

Mattarella, parlando poi di transizione ecologica ed energetica, due delle questioni al centro dei lavori del Festival, ha ricordato come si tratti di argomenti per i quali i giovani “nutrono una sensibilità particolare”. “Tutti – ha detto il presidente della Repubblica – dovremo affrontare il tema della transizione ecologica con la determinazione che caratterizza l’approccio dei più giovani, a loro è chiaro come le risorse del pianeta non siano illimitate e non possono riprodursi all’infinito. Di qui l’urgenza di intervenire attraverso politiche lungimiranti e responsabili, che stabiliscono obiettivi e riescono mobilitare risorse economiche, a suscitare investimenti, politiche coerenti e stabili nel tempo”. “Contrastare il cambiamento climatico e proseguire sulla via della decarbonizzazione – ha sottolineato il presidente della Repubblica – sono obiettivi non rinunciabili”.

Ma il presidente della Repubblica si è soffermato anche sulle questioni etiche che accompagnano i processi di transizione tanto ambientale quanto digitale. “L’intelligenza artificiale pare secondo alcuni destinata a surrogare le capacità intellettive proprie degli esseri umani”. “Quali decisioni devono rimanere saldamente nelle mani delle persone e quali possono essere affidate o delegate a un supercalcolatore? Non si può fare a meno di riflettere sulla irripetibilità di ogni singola persona umana e sulla irripetibilità di ogni situazione di vita. Quali rischi si corrono se il ritmo veloce di sviluppo e la sempre più ampia applicazione della intelligenza artificiale rimangono appannaggio di un numero limitato di soggetti globali, dotati di enormi risorse e che nei fatti si sottraggono a ogni forma di regolamentazione?”. “Occorre globalmente – ha evidenziato Mattarella – una disciplina che consenta lo sviluppo dei progressi e delle opportunità ma che tuteli la libertà delle persone”. “Come sempre nella storia – ha proseguito il presidente della Repubblica – i risultati che la scienza consegna all’umanità aprono grandi prospettive di progresso, e presentano insieme rischi di utilizzazione perversa, la scelta è affidata a noi”. “Le transizioni ecologica e digitale – ha concluso Mattarella – potranno aver successo solo se verranno concepite e attuate coinvolgendo i cittadini, le associazioni, le società civili nel loro complesso. Un numero sempre più alto di attori e di persone deve essere incluso nel governo delle transizioni e non deve soltanto subirne gli effetti. Questo è possibile se al centro dei processi di transizione sappiamo porre in modo condiviso dei valori. Il valore di riferimento di entrambe le transizioni non può che essere in primo luogo quello dell’uguaglianza, della riduzione dei divari sociali ed economici”.

Ad accogliere il presidente Mattarella, dal palco del Piccinni, il sindaco di Bari Vito Leccese, il presidente del presidente della Regione Puglia e vicepresidente della  Conferenza delle Regioni Michele Emiliano e del presidente della Conferenza delle Regioni e della Province autonome, Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia-Giulia. “‘Vicine Vicine’ è il titolo di questo festival delle Regioni – ha ricordato il primo cittadino di Bari – Si riferisce certamente allo spirito che deve tenere insieme le Regioni italiane per affrontare le grandi sfide del futuro, ma per noi quelle parole, “Vicine Vicine” – ha aggiunto il sindaco, che nel suo intervento ha auspicato anche tempi brevi per firma del patto Regione-Governo sui Fondi di coesione – rappresentano un auspicio per il futuro, soprattutto, signor Presidente, se pensiamo al rischio incombente che si creino ulteriori distanze tra territori, tra regioni e tra cittadini. Perché, per noi, le uniche differenze possibili sono le straordinarie ricchezze e peculiarità che distinguono ogni territorio della nostra bellissima Italia”. 

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“Le Regioni – ha detto Emiliano nel corso del suoi intervento – esprimono quello che qualcuno chiama un po’ troppo superficialmente il localismo, ma che vorrei definire, con maggiore fedeltà alla verità, come il “governo di prossimità”, cioè quel luogo dove decisioni di alto profilo e leggi vengono approvate “vicino” e nell’interesse delle popolazioni residenti, con un contatto ed una permanente comunicazione che ci consente di trasformare sogni, progetti, e aspettative in concrete azioni ed atti. La democrazia deve sapere dialogare in modo sistemico, per assicurare che la visione di valori universali sia declinata in modo da incontrare la vita quotidiana di tutti”. “La Puglia – ha proseguito Emiliano rivolgendosi agli altri presidenti di Regione – guarda a voi come un punto di equilibrio capace di mediare con saggezza le necessità e le ambizioni delle istituzioni centrali al fine di evitare che esse si distacchino dal reale e dal buon senso. Dalla nascita delle Regioni ad oggi voi e i vostri predecessori avete scritto pagine di progresso e civiltà straordinarie che sarebbero state impossibili senza il regionalismo e senza la stretta collaborazione con i Comuni. Alcuni di noi, poi, grazie alle facoltà finanziarie supplementari delle politiche di coesione nazionali ed europee, stanno realizzando lo sforzo per il superamento della questione meridionale anche con l’aiuto delle altre regioni che, ci auguriamo, possono spiegare meglio di chiunque altro che per far crescere l’Italia bisogna farla crescere tutta insieme”.

“La transizione ecologica – ha affermato Fedriga affrontando uno dei temi al centro del Festival – non è una scelta, è una necessità. Questo impegno, però, non può limitarsi ai nostri territori o al nostro continente. O c’è una condivisione a livello globale oppure rischiamo che tutti i nostri sforzi siano inefficaci e per di più di cedere pezzi di produzione a Paesi terzi. Non possiamo pensare di affrontare la crisi climatica senza uso delle tecnologie digitali più avanzate”. Serve, ha sottolineato ancora Fedriga, “una indipendenza europea o occidentale riguardo le tecnologie utilizzate, altrimenti consegniamo pezzi del nostro futuro produttivo, lavorativo e quindi democratico a Paesi terzi e sarebbe pericoloso e inaccettabile”.

Nel corso della cerimonia, sono saliti sul palco anche cinque rappresentanti di associazioni giovanili (Aware, Officine Italia, Agesci, Coordinamento Giovani Legambiente, Movimento Giovani Per Save The Children) ciascuno dei quali ha raccontato impegno, visione e valori della propria realtà associativa, portando un primo contributo sui temi al centro della manifestazione.


 



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