ANCONA Mentre i sindacati scendono in tante piazze a difesa dell’occupazione e per il rilancio del futuro dell’auto, è da tempo che il comparto dell’automotive marchigiano e la sua filiera di servizi cerca di governare il cambiamento con realismo e pluralismo tecnologico. «Mirare al full electric ha ovviamente influenzato i nostri piani industriali», osserva Maurizio Romagnoli, titolare della Tech-Pol di Morro d’Alba.
L’azienda è leader mondiale nella trasformazione dei polimeri e produce componenti per motori endotermici ed elettrici. «Dal 2019 abbiamo investito per fornire componenti leggeri e resistenti quanto il metallo ma, dall’anno scorso, si avvertivano i cambiamenti nei piani dei vari gruppi e abbiamo pilotato le nostre proposte su settori alternativi rimanendo reattivi per l’automotive». Romagnoli, teme però che il non aver investito per diversi anni nell’endotermica possa influenzare negativamente l’automotive europeo. Per Gianluca Guidi, presidente degli autoriparatori di Confartigianato Marche, il motore non è un problema.
«I meccanici – precisa – hanno quasi tutti il patentino per l’elettrico». E poi, il lavoro non manca. «Nel dubbio, se acquistare o no un auto con la spina – spiega – la gente si è tenuta la vecchia che richiede più manutenzione». Tuttavia, conferma che le difficoltà ci sono. «Sempre di personale – specifica –: i giovani non si avvicinano alla professione, motivo per cui Confartigianato punta alla formazione e lavora con le scuole».
I contraccolpi
In ogni caso, la domanda di macchine elettriche al palo e i dubbi delle case automobilistiche avranno un impatto sulla filiera «e sulle aziende di meccatronica» teme Antonio Bianchini della Cna. «Vantiamo nelle Marche – ricorda – ottimi sviluppatori». Un patrimonio di know-how che i problemi della transizione rischia di condizionare in un mercato altamente competitivo. Lancia l’appello: «Va ripensata o governata meglio la tempistica della transizione». Ed è quello che martedì prossimo chiederà la Cna al Governo. «In realtà, dipende dagli investimenti delle case automobilistiche» interviene Roberto Mancini, direttore commerciale della Lam, azienda operativa a Fano, specializzata nell’automatizzazione dei processi produttivi.
«Subiamo l’applicazione di un obiettivo nobile ma con modi e tempi che stanno creando uno svantaggio competitivo alle case automobilistiche che non sanno quali strategie dare ai loro piani di produzione. Quindi – conclude – dilaga un’incertezza che si ripercuote sulla filiera ma, sono convinto, che già ci siano delle soluzioni». Come iniziare con la riduzione delle emissioni utilizzando i biocarburanti. «In questo – interviene Alberto Frau, il direttore di Coldiretti Marche – la nostra regione si è già ben posizionata». Merito di un contratto di filiera studiato dal sodalizio con i Consorzi agrari d’Italia a cui quest’anno aderivano 1700 ettari di girasoli ad uso energetico.
«Con il vantaggio – sottolinea Frau – di avere un prezzo fissato a monte a sostegno del reddito dell’agricoltore e più alto rispetto a coloro che si sono rivolti al mercato libero (42 €). Produzione che abbiamo fatto riconoscere dal Ministero come agricoltura integrata».
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