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Siracusa, l’Umberto I sarà ristrutturato, pronti 47 milioni per il nuovo. L’intervista al dg Asp Caltagirone – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Soddisfatto dei lavori di “umanizzazione” oltre che di riqualificazione del Pronto soccorso (finora nessuna lamentela ma qualche consiglio migliorativo), così che ha deciso di prendersi un po’ di tempo in più per riconsegnare Oncologia a Siracusa (entro gennaio la consegna dei lavori) purché ci sia lo stesso risultato. Ma la notizia più importante rilasciata ai nostri microfoni dal direttore generale dell’Asp 8 Alessandro Caltagirone riguarda le sorti dell’attuale ospedale, in vista del nuovo. L’azienda sanitaria, infatti, sta accantonando 47 milioni di euro per dimostrare l’interesse dell’azienda alla realizzazione del nuovo nosocomio quindi per compartecipare alla somma complessiva, ma è il commissario a occuparsi della questione e a breve dovrebbero arrivare ulteriori rassicurazioni sulle coperture economiche per la sua costruzione. E poi che “l’Umberto I è importante, investiremo circa 50 milioni di euro per la ristrutturazione e quindi continuerà a essere un ospedale“. Non sarà messo in vendita, quindi, come ipotizzato finora, ma la decisione sembra essere quella di insistere così da avere due ospedali: uno, il nuovo, Dea di II livello con nuove specializzazioni; l’altro, l’Umberto I, si vedrà.

A margine dell’intervista il direttore generale Alessandro Caltagirone ha ritenuto utile precisare che il presidio ospedaliero Umberto I di Siracusa in atto “non rientra tra i beni alienabili e gli interventi di ristrutturazione e di consolidamento che si stanno realizzando per circa 50 milioni di euro sono coerenti con il mantenimento della struttura sanitaria la cui destinazione sarà ridisegnata nei prossimi anni”.

La nuova rete ospedaliera in fase di analisi sta proprio contemplando le strutture esistenti a Siracusa e provincia, bisognerà aspettare altri 5 anni – nella migliore delle ipotesi – per cominciare a pensare al nuovo ospedale. E l’idea del manager, che dovrà essere valutata e discussa, è quella di migliorare tutti gli ospedali grazie agli appalti – in alcuni casi già affidati – attraverso fondi Pnrr e puntando su un progetto con Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) per avere ospedali e case di comunità in modo sperimentale e far funzionare bene la sanità sfruttando presidi e sinergie con i medici di famiglia. Lentini, Augusta e Avola oltre a Siracusa manterranno i Pronto soccorso con tanto di strutture a corredo, mentre il Trigona di Noto resterà ospedale riunito con il Di Maria di Avola ma punterà su specializzazioni per non avere repliche.

Nel frattempo bisogna fare i conti con ciò che abbiamo e con gli interventi realizzati. Proprio a partire dal rinnovato pronto soccorso e dai numerosi medici assunti. Adesso il tempo di attesa dal triage alla prima visita è di circa 30 minuti e quello medio di permanenza è di circa 5 ore e mezza quando il limite imposto per legge è di 8 ore. “Abbiamo attivato nuovi servizi – ha spiegato – l’operatore potrà dire al paziente di rientrare a casa attivando così l’assistenza domiciliare integrata. Così si alleggerisce e svuota il Pronto soccorso e non riscontriamo sovraffollamenti critici”.

Restano i dubbi del manager sulle scelte del Governo nazionale (niente più test per iscriversi e frequentare la facoltà di Medicina: si entrerà dopo un semestre ad accesso libero) perché il problema principale in realtà potrebbe restare il mancato appeal per alcuni reparti come medicina d’emergenza-urgenza, dove la partecipazione è limitata al 30% del fabbisogno, che per il resto delle posizioni professionali è quasi al completo.

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Infine, una novità sull’ospedale 5 Piaghe di Ortigia. Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ieri sempre ai nostri microfoni aveva invitato il direttore generale Caltagirone a sedersi per discutere del futuro di quella struttura oggi in comproprietà. E i contatti sono stati avviati, dopo l’approvazione del Piano di alienazione dello scorso venerdì, per poter decidere cosa fare dei beni: “noi siamo pronti per fare un ragionamento. Insieme”. 





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