imperia
E’ stata condannata anche in appello la donna genovese che facendo leva sulla sensibilità di un giovane imperiese, con una disabilità agli arti inferiori, l’aveva convinto con promesse e arti seduttive ad andare periodicamente al bancomat o a darle in contanti circa 26 mila euro nel giro di appena due mesi. Sul banco degli imputati, accusata di truffa, con all’attivo una serie di altri raggiri messi a segno come “badante”, è finita Valentina Cleopatra Vasile, 50 anni, di origini romene ma in Italia da quando ne aveva 18. In primo grado i giudici avevano riconosciuto la sua colpevolezza e l’avevano condannata a due anni e due mesi e al risarcimento del danno. In appello, a fronte di un parziale risarcimento nei confronti della vittima (8 mila euro su 26 mila) i giudici le hanno accordato l’equivalenza tra l’aggravante (un reato compiuto ai danni un soggetto fragile) e le attenuanti generiche. Di qui la riduzione di pena a un anno e sei mesi con il beneficio della non menzione e della condizione solo a condizione del pagamento della provvisionale. Al processo la parte civile è stata rappresentata dall’avvocato Mario Giribaldi. La vicenda risale al 2017 quando Cleopatra Vasile, all’epoca 43 anni, e Maurizio G., di 37, si erano incontrati in una chat erotica. Tra i due era iniziata una relazione a distanza e poi c’erano stati anche degli incontri. La donna aveva lamentato difficoltà finanziarie, uno sfratto, facendo paventare alla vittima anche la possibilità di poter andare a vivere insieme. E ogni volta, sulla spinta di quel legame sentimentale, si era arrivati alle dazioni di denaro (in una occasione addirittura 4500 euro). E poi ricariche del bancomat e prelievi allo sportello. Il tutto approfittando della minorata difesa dell’uomo, invalido al 100%. Ad andare in fumo erano stati in due mesi tutti i risparmi di una vita (anche a fronte del fatto che lui aveva lasciato a lei le sue carte di credito). E quando erano finiti i soldi nelle chat a «cucciolo» e «tesoro» si era passati a termini decisamente spregevoli. Di qui il “risveglio” dell’innamorato tradito, la denuncia e il procedimento penale”. —
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