Convegno “militante”, quello organizzato dall’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori di Catanzaro nella Sala delle Culture, questa volta con la sottolineatura sui paesaggisti. Militante nel senso che è intervenuto in medias res, sull’urto delle progettualità di parchi eolici che hanno rotto senza indugi l’argine rivierasco per tentare l’insediamento a largo, “offshore”, letteralmente “fuori spiaggia”. Eros Corapi, che dell’ordine catanzarese è presidente, ha intitolato il convegno “Il Vento e la Bellezza” traendo spunto dai “Cento Passi” di Marco Tullio Giordana, nello spezzone di pellicola in cui Luigi Lo Cascio (Peppino Impastato nel film) da uno sperone ventoso guarda lontano su mare blu e vede, anche, lontano.
Ospiti illustri, come si conviene, tra cui il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, la Soprintendente per archeologia e paesaggio di Crotone e Catanzaro Stefania Argenti, e la vice sindaca di Catanzaro Giusy Iemma che detiene tra le altre la delega alle politiche del mare. Sono momenti difficili, come si affretta a dire Argenti, anche per la sua istituzione chiamata a “rispondere a esigenze primarie quale la produzione di energia pulita, consapevoli di dover trovare una giusta via senza inficiare risorse preziose come sono quelle paesaggistiche storico artistiche e archeologiche. Da parte nostra cercando di dare indirizzi intelligenti, indicando le peculiarità che non devono essere intaccate. È un lavoro molto difficile perché nasce dal presupposto della piena consapevolezza dei valori paesaggistici del territorio per dare le giuste indicazioni”.
Momenti difficili e cruciali. “Perché – spiega Eros Corapi – ci sono evoluzioni normative recentissime e cogenti nel senso che il 21 giugno il ministero dell’Ambiente ha approvato il decreto di Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili per 80 giga di energia per enne anni, demandando alle Regioni la parte di propria competenza. La Regione entro fine anno dovrà legiferare in proposito. Nessuno di noi è contro la transizione ecologica, nessuno di noi è contro la produzione di energia pulita, ci mancherebbe altro. Riteniamo però sia necessario armonizzare degli aspetti che proprio in Calabria sono estremamente rilevanti, come il paesaggio e il turismo, aspetti che vanno necessariamente contemperati. Indaghiamo pertanto gli aspetti tecnici, di ordine normativo con esperti e docenti universitari che ci portano il loro punto di vista oggettivo delle norme e dei parametri tecnici vigenti. Cerchiano di fare informazione portando a tutti gli strumenti necessari per fare in piena autonomia, e serenamente, le proprie valutazioni”.
Il suo omologo di Crotone una valutazione sembra averla già acquisita: “Insistiamo – dice Francesco Livadoti – nel sostenere che qualsiasi attività venga avviata nel nostro territorio debba passare al vaglio delle regole. Come Comuni capoluogo, Crotone e Catanzaro, siamo in ritardo atavico nella formulazione dei PSC dove all’interno avremmo dovuto mettere le strategie che prevedevano l’impianto di fonti rinnovabili. Invece non l’abbiamo fatto”. Per cui, sembra adombrare Livadoti siamo quasi disarmati rispetto ai “circa 400 parchi eolici in Calabria già realizzati, più 150 in valutazione tra cui 12 parchi offshore, di cui il 70 per cento tra le province di Catanzaro e Crotone, in uno specchio di mare tra Crotone e Guardavalle. Possiamo dire che in Calabria si produce più energia di quanto se ne consuma, senza alcuna ricaduta sui territori, anzi è ricaduta al contrario perché ci vengono defraudate le bellezze naturalistiche e paesaggistiche nei territori a vista, collinari e montani, quelli a mare dobbiamo ancora sperimentarli”.
Nutrito e competente il panel di esperti chiamati a relazionare: Alessandro Mazzitelli docente di Istituzioni pubblico di diritto pubblico e Diritto dell’ambiente all’Unical (sua la relazione su “Ambiente paesaggio energia”), Francesco Calabrò docente di Valutazione economica dei progetti alla Mediterranea (ha parlato di “Sviluppo sostenibile e transizione ecologica, per una visione coerente del futuro in Calabria”), Nicola Sorrentino che all’Unical ha la cattedra di Sistemi elettrici per l’energia (“La transizione energetica in Calabria” il tema sviluppato).
“Siamo tutti coinvolti – ha sostenuto il professor Sorrentino – nel cambiare il nostro modo di consumare e produrre l’energia elettrica come è più volte capitato nella storia dell’umanità. Ora, il discorso è vedere se riusciamo a dominare questa transizione, ogni fonte deve essere valutata nei suoi pro e contro e sicuramente un mix tra le diverse fonti rinnovabili è una scelta vincente per questa transizione. Dobbiamo diventare attori protagonisti della transizione: solo così non avremo paura delle pale eoliche, non avremo paura degli impianti fotovoltaici e di tutti i sistemi da fonti rinnovabili. Come con tutte le tecnologie a nostra disposizione ci sono pro e contro, è fondamentale valorizzare i primi e minimizzare i secondi”.
Su come volgere a nostro favore il fiorire – o il proliferare, a seconda dei punti di vista – il docente ha idee chiare: “Abbiamo strumenti che ci sono dati dalla Commissione europea che sono le Comunità energetiche e le Comunità energetiche dei cittadini. Strumenti istituiti per coinvolgere le comunità locali anche per favorire il ritorno delle energie rinnovabili sul territorio, favorendo il sociale. Allora, bisogna impegnarsi nello sviluppo di questi strumenti per fare in modo che i progetti vengano convogliati secondo una finalità sociale. Non è semplice, ci vuole impegno per traghettare la regione verso uno sviluppo sostenibile, economico, sociale e quindi energetico. Deve esserci una ricaduta sul territorio, la famosa ‘accettabilità sociale’. Devono essere le autorità locali a dare il là a questi strumenti per farli diventare veri strumenti per lo sviluppo”.
Altro punto cruciale, le autorizzazioni agli impianti: Per alcuni troppo facili, per latri farraginose. “Le autorizzazioni ambientali – ricorda Nicola Sorrentino – devono seguire un iter ben definito, come prevede la legge. Come si è più volte discusso in sede ministeriale, c’è un proliferare di progetti che vengono presentati con grosse lacune, che vanno a intasare l’iter autorizzativo tanto che alcuni arrivano a durare anche decenni proprio perché progetti non accurati. Esaurita la fase autorizzativa, c’è una fase successiva, il coinvolgimento dei produttori in modelli di business più ampi di gestione dell’energia all’interno della regione Calabria. La Regione sta facendo piccoli passi per la definizione delle Comunità energetiche rinnovabili, pochissimo verso le Comunità energetiche dei cittadini. Il percorso non è semplice però probabilmente il percorso potrà portare a benefici con una maggiore accettabilità e ricaduta sociale all’interno del sistema. In linea generale, più energia rinnovabile si produce, più il prezzo dell’energia si abbassa. La nostra è zona di mercato, più produciamo energia, più il prezzo dell’energia per i cittadini calabresi dovrebbe abbassarsi. Se iniziamo a fare questo percorso, potrebbe aumentare l’accettabilità sociale insieme ai vantaggi economici della produzione di energia da fonti rinnovabili”.
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