La Cina potrebbe emettere buoni speciali del Tesoro per altri 6.000 miliardi di yuan, pari a 850 miliardi di dollari, che incrementerebbero la raccolta di fondi per rilanciare la propria economia in crisi. È quanto riferisce un rapporto del media locale Caixin Global, sulla base di informazioni ricevute da persone vicine alla questione. L’importo – equivalente al 5% della produzione economica della Cina – in parte verrebbe utilizzato per “aiutare i governi locali a risolvere i loro debiti non contabili”, ha riportato il quotidiano.
Durante il briefing di sabato scorso, il ministro delle Finanze, Lan Fo’an, ha annunciato un pacchetto di misure fiscali che porterebbero a un aumento significativo del debito, ma senza illustrare i dettagli sull’entità e sulla tempistica. Questo aspetto ha deluso gli investitori, che si hanno frenato gli acquisti massicci di azioni cinesi in Borsa. Anche le nuove indiscrezioni non hanno entusiasmato il mercato, con l’indice CSI 300 che ha chiuso la seduta di oggi in calo di 2,59 punti percentuali.
Cina: raggiungerà l’obiettivo di crescita del 5%?
Il punto in discussione è se i piani del governo saranno in grado di permettere di raggiungere l’obiettivo di crescita 2024 al 5% che Pechino si è dato all’inizio dell’anno. I dati macroeconomici degli ultimi mesi non sono molto incoraggianti, avendo mancato le aspettative e suggerendo che le pressioni deflazionistiche sono ancora molto forti. Il Paese è funestato da una grave crisi immobiliare che ha pesato sull’attività dei consumatori e delle imprese. Soprattutto ha messo a nudo come la Cina sia fortemente dipendente dagli investimenti del governo nelle infrastrutture del Paese. A questo si aggiunge una situazione critica sul fronte dei salari, ancora troppo bassi, e dell’elevata disoccupazione giovanile.
Rispetto all’economia globale, il Dragone sta contribuendo maggiormente come produttore che come consumatore in questo momento, il che ha fatto scattare l’allarme in occidente. Infatti, gli Stati Uniti e l’Europa hanno reagito con strette commerciali molto dure. In particolare, recentemente il Vecchio continente ha confermato i dazi sulle auto elettriche di importazione cinese per favorire quelle europee, ponendo un freno all’ascesa della concorrenza cinese.
Il governo di Pechino è convinto che l’obiettivo del PIL al 5% sia raggiungibile, con lo stimolo fiscale che fornirà sussidi alle famiglie a basso reddito, sosterrà i governi locali indebitati e il mercato immobiliare, e inoltre ricostituirà il capitale delle banche statali. È probabile che ulteriori dettagli dei piani del governo emergeranno nelle prossime settimane, in occasione della convocazione del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, che rappresenta il massimo organo legislativo.
“Per il prossimo anno continuiamo a pensare che un obiettivo di crescita di circa il 5% sarà probabilmente confermato”, ha affermato Xing Zhaopeng, senior strategist cinese di ANZ, secondo cui il pacchetto di stimoli fiscali da 6.000 miliardi di yuan per raggiungerlo dovrebbe essere sufficiente. Dello stesso avviso è Bruce Pang, capo economista cinese di Jones Lang LaSalle. “La probabilità di raggiungere un tasso di crescita di circa il 5% nel 2024 e nel 2025 aumenterebbe molto”, ha riferito.
Xia Haojie, analista obbligazionario di Guosen Futures, ha invece un’opinione diversa. L’esperto ritiene che “a meno che il governo centrale non aumenti volontariamente la leva finanziaria, gli investimenti rimarranno deboli, poiché i governi locali sono gravati da un pesante debito e i bilanci aziendali vengono erosi da un’economia debole”. Anche Lynn Song, capo economista di ING per la Grande Cina non è molto ottimista. “Raggiungere costantemente il 5% nei prossimi anni sarà ancora un compito impegnativo, soprattutto se la Cina si troverà ad affrontare una situazione di domanda esterna meno favorevole”, ha sostenuto.
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