L’uomo sorpreso dai carabinieri forestali dopo la segnalazione di un cittadino. Il bosco, prosecuzione del parco della Reggia, è un’area gestita dal Wwf
Il periodo è quello buono per la raccolta dei funghi. Solo che il posto prescelto, l’Oasi Wwf che è naturale prosecuzione del parco della Reggia di Caserta, è «proibito». Nel senso che non si entra senza autorizzazione e soprattutto per portar via qualcosa. Ed è per questo motivo che un cittadino del capoluogo è finito nei guai, sorpreso e poi denunciato dai carabinieri della forestale.
I militari del Nucleo di Caserta si sono mossi a seguito di una segnalazione di cittadino che aveva notato una persona scavalcare l’alto muro di epoca borbonica che cinge la tenuta di San Silvestro. Arrivati sul posto hanno sorpreso un uomo munito di un grosso cesto e di una busta in plastica, contenenti una grossa quantità di funghi epigei commestibili (tra i 6 e i 7 chilogrammi circa), appartenenti alla specie “gallinaccio” (Cantharellus cibarius) ed alla specie porcino (Boletus edilius). La persona era ancora intenta a raccoglierli all’interno del bosco di proprietà del Demanio dello Stato ed in concessione e gestione alla fondazione Wwf Italia.
Sul posto è giunto anche il direttore dell’Oasi, Francesco Paolella, il quale ha confermato di non aver mai autorizzato alcuno a raccogliere funghi nell’area, tantomeno a scavalcare il muro di cinta. I militari hanno per questo proceduto al sequestro dei funghi oggetto di raccolta illecita e a denunciare l’uomo per introduzione abusiva in proprietà del Demanio dello Stato, furto aggravato di beni appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato e per l’integrazione del reato di deturpamento di bellezze naturali in quanto l’area è sottoposta al vincolo paesaggistico-ambientale nonché dichiarata area protetta e sito appartenente alla Rete Natura 2000 (Zona Speciale di Conservazione n. IT8010004).
I funghi sequestrati, fanno sapere infine i carabinieri, sono stati sminuzzati e cosparsi in una vasta area allo scopo di agevolare la propagazione delle spore e di assicurare all’area protetta la nuova proliferazione dei prodotti del sottobosco a garanzia della conservazione della biodiversità dei luoghi.
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