Alla vigilia dell’audizione alla Camera del Ceo Tavares e della riunione dei sindaci con i consiglieri regionali e parlamentari, a Cassino si è svolto un importante convegno. Il segretario del sindacato Gatti ha confermato i numeri drammatici sui licenziamenti ma ha invitato a guardare al futuro: “Serve un piano di riconversione e una burocrazia più snella”
“Tenuto conto degli esuberi già annunciati per il 2025 da Stellantis e dei posti che salteranno nell’indotto a causa della fine degli ammortizzatori sociali nei prossimi mesi, come Fiom Cgil stimiamo nel Cassinate una perdita di circa 1500 posti di lavoro entro il prossimo anno nel settore dell’Automotive”. Senza fronzoli e senza unguenti: il Segretario Interprovinciale Frosinone – Latina di Fiom Cgil Donato Gatti rivela alla platea i numeri del collasso verso il quale si sta andando il comparto automobilistico della provincia di Frosinone.
Lo fa intervenendo al convegno organizzato nel municipio di Cassino da Cgil per fare il punto sulla situazione. La cifra coincide per grandi linee con quella annunciata la settimana scorsa da Uilm – Uil che parlava di 600 licenziamenti nel solo Cassinate a causa della fine degli ammortizzatori. Nel dato diffuso oggi da Fiom si tiene conto anche degli esuberi annunciati nei mesi scorsi dall’azienda quando ha avviato una campagna di esodi incentivati. (Leggi qui: Indotto Stellantis, 600 licenziamenti dietro la collina).
Si inizia a parlare di rconversione
“È il momento di iniziare a ragionare sul futuro, difendendo la capacità produttiva del tessuto industriale ciociaro che è fatta da eccellenze ed alti livelli di qualità. Ma occorre tempo. Occorre un piano di riconversione, occorre una burocrazia più snella e non quella che mediamente richiede quattro anni per il rilascio di un’autorizzazione come invece avviene in provincia di Frosinone”. Guarda oltre la collina il Segretario interprovinciale della Cgil Giuseppe Massafra. Ha messo tutti di fronte all’evidenza. C’è una particolarità nel convegno che si è svolto nella sala Restagno del Comune di Cassino “Politiche Industriali. L’automotive e oltre”. Quale?
L’automotive non è solo automobili e non è solo Catena di montaggio. Massafra lo ha capito. E per farlo capire non ha voluto fare una relazione, come in genere avviene. ma ha voluto che ci fosse una ‘relazione diffusa‘. In pratica? Ha voluto che i Segretari Generali di ogni confederazione venisseroi a spiegare la situazione del loro comparto a causa della crisi automotive.
La crisi colpisce anche i settori dell’Edilizia come ha spiegato Giampiero Nardacci di Fillea Cgil, colpisce il Pubblico Impiego come ha relazionato Vittorio Simeone di Cgil Funzione Pubblica. Dentro una fabbrica si fanno le pulizie e c’è la mensa ha ricordato Luca De Zolt (Filcams-Cgil) e “sono loro a pagare il primo prezzo della crisi, perché si taglia sulle pulizie e si sceglie di mettere la mensa a gine turno invogliando la gente a mangiare a casa”. I pezzi per fare le auto ed i modelli finiti viaggiano sulla Logistica e sui Trasporti che si fermano insieme allo stabilimento, come ha ricordato David Guidi di Filt Cgil. La linea del fronte è quella dei Metalmeccanici: impietose le cifre portate con crudezza da Donato Gatti (Fiom Cgil).
Verso lo sciopero nazionale
Giuseppe Massafra ha riunito la Cgil alla vigilia del doppio appuntamento di venerdì, quando il Ceo di Stellantis Carlos Tavares sarà ascoltato alla Camera dei deputati in audizione. A seguire, a Cassino si riuniranno i sindaci della consulta con consiglieri regionali e parlamentari del territorio, il convegno di è stata l’occasione per ribadire le preoccupazioni relative allo stabilimento di viale Umberto Agnelli.
Il segretario interprovinciale Frosinone-Latina della Fiom Donato Gatti ha spiegato che venerdì prossimo, 18 ottobre, ci sarà lo sciopero nazionale del settore automotive. L’ultima mobilitazione dei metalmeccanici risale a 13 anni fa, nel mese di gennaio 2011 quando ci furono manifestazioni a livello regionale e a Cassino intervenne anche l’allora segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini. C’era ancora la Fiat, a Cassino si producevano Croma, Delta e Giulietta. Erano anni difficili, anche quelli. Non come adesso, però.
Battisti e Pittiglio sulle barricate
Su questo punto si è soffermata anche la consigliera regionale del Pd Sara Battisti. Ha spiegato: “Stellantis assume a parole impegni che, nei fatti, si traducono in fermi della produzione, cassa integrazione e migliaia di posti di lavori a rischio – ha attaccato l’esponente Dem – Ed è a questa emergenza che bisogna rispondere. Per questo occorre sollecitare il governo affinché il nostro Paese si doti di una politica industriale capace di tenere insieme transizione ecologica e sviluppo ma anche per l’approvazione del salario minimo. In Regione dobbiamo lavorare alla sburocratizzazione e al rifinanziamento di leggi che garantiscono incentivi sui territori ma soprattutto alla costruzione di una ZLS come strumento attrattivo per nuove imprese e quindi nuove opportunità di lavoro”.
Il vice presidente della provincia di Frosinone Enrico Pittiglio dal canto suo ha evidenziato come “la sinergia deve essere alla base di qualsiasi soluzione. La proroga della cassa integrazione per il Cassino Plant è sicuramente importante in vista dell’imminente scadenza degli ammortizzatori sociali, ma non deve essere la soluzione alla criticità. Come Provincia nei limiti delle nostre competenze saremo sempre disposti a dare il nostro contributo affinché Stellantis continui a produrre sul nostro territorio”.
Il realismo di Angelilli
Collegata da remoto è intervenuta anche la vice presidente della regione Lazio Roberta Angelilli, assessora alle Attività Produttive. Il suo è stato un bagno di realismo: freddino in alcuni tratti, tiepido in altri. Ma la Angelilli non è tipo da facili promesse, meglio una scomoda verità detta subito.
E così ha detto che sulle Zes di filiera chieste dagli industriali (non zone con grandi agevolazioni basate, come oggi, sulla geografia ma sulla filiera produttiva a prescindere da dove si trovi l’azienda) forse si potrà fare ma… . È una legge dello Stato e modificarla richiede tempi che oggi non ci sono perché la crisi è dietro l’angolo.
Altrettanto concreta è stata sulla Zes regionale ipotizzata da Cisl: non si può fare perchè non ci sono i soldi per finanziarla. Realistica invece è la Zls, la zona a logistica semplificata. Non sarà una Zes con i suoi risparmi ma meglio questo che un calcio negli stinchi.
A concludere la giornata di lavori è stato nuovamente il segretario Massafra che ha ribadito come “quello attuale è un momento di enorme crisi. Tuttavia – ha precisato – non possiamo prescindere dalla transizione ambientale e digitale per sfruttare al meglio le competenze che il territorio esprime. Il tema della produzione ecosostenibile avrebbe dovuto creare le condizioni di mercato per competere con altri Paesi, adesso bisogna mettere in sicurezza l’indotto e dare a queste fabbriche speranze per il futuro”.
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